Nuovo Dpcm e zone rosse - Il punto
«Dati esaminati, novità nel pomeriggio»

Lo annuncia il presidente del Consiglio Giuseppe Conte dopo la riunione con i capi di maggioranza.

«Sono ore impegnative: eravamo a consulto con i nostri esperti per valutare la curva epidemiologica per valutare gli scenari prossimi futuri. Oggi è venerdì e come sapete c’è il monitoraggio settimanale. Nel pomeriggio avremo delle novità». Lo dice il premier Giuseppe Conte all’evento «Generazione energia», collegandosi dopo la riunione con i capi delegazione di maggioranza, alla presenza di Franco Locatelli e Silvio Brusaferro.

Torna a riunirsi dunque nella giornata di venerdì 27 novembre i capi delegazione di maggioranza, e potrebbero esserci anche Cts e Istituto superiore di sanità. A giorni, forse prima, saranno riconvocate le Regioni. Il nuovo Dpcm sulle misure anti contagio dovrebbe confermare l’impianto del decreto attuale, con la divisione delle Regioni in tre fasce, e introdurre specifiche restrizioni per il Natale. È l’orientamento che emerge da più fonti di governo. Dovrebbero restare in particolare gli automatismi, legati al monitoraggio, che prevedono il passaggio progressivo da zona gialla ad arancione o rossa o viceversa (senza «salti» di due da rossa a gialla). Ma è ancora aperta nel governo la discussione sulle misure per il Natale - che dovrebbero confluire con le altre in un unico Dpcm - e non si sarebbe discusso, nel vertice a Palazzo Chigi di ieri, neanche del tema scuola. Oggi si faranno nuove valutazioni, dopo il confronto con Cts e Iss, anche alla luce dei dati del nuovo monitoraggio.

Dai dati del monitoraggio dovrebbe arrivare un chiarimento anche sulla Lombardia e per le altre regioni in zona rossa. Quando arriveranno i dati della Cabina di regia, oggi pomeriggio dunque, il ministro Speranza farà le ordinanze per le Regioni che possono scendere in zona arancione o gialla. Il cambio di colore dovrebbe essere operativo da domenica 29 novembre (anche se alcune fonti indicano giovedì 3 dicembre).

Impianti di sci

I presidenti delle Regioni hanno chiesto al governo nella videoconferenza in vista del prossimo Dpcm sulle misure per contenere la diffusione del coronavirus a Natale di valutare la chiusura delle frontiere in caso di divieto di riapertura degli impianti da sci. L’obiettivo dei governatori sarebbe evitare così la concorrenza degli Stati europei che invece dovessero permettere le vacanze sulla neve.

Il governo ha confermato che di riapertura degli impianti si potrà parlare soltanto dopo le feste di Natale. «Gli impianti da sci e il sistema vacanze invernali che sono fondamentali per la nostra economia riapriranno quando l’epidemia si sarà raffreddata, speriamo nel giro di un mese, un mese e mezzo. I ristori saranno garantiti per tutte le attività che non potranno aprire». È quanto avrebbe detto il ministro Boccia alle Regioni, secondo quanto si apprende. «La sicurezza delle persone e la salute vengono prima di tutto. Dobbiamo chiudere questa seconda ondata evitando la terza e mantenendo la convivenza con il virus con il massimo della sicurezza - ha aggiunto Boccia-. Anche in Germania si è scelta la linea della massima prudenza, nella consapevolezza che -ha detto oggi il ministro Helge Braun- davanti a noi ci sono mesi invernali difficili, e questo vale fino a marzo».

E il premier Conte lo dice chiaramente: «Altri sacrifici? È necessario, non possiamo abbassare la guardia, gli italiani sono consapevoli che sarà un Natale diverso o ci esponiamo a una terza ondata a gennaio, con il rischio di un alto numero di decessi». Concetto ribadito da Agostino Miozzo, coordinatore del Cts: «Passare un Natale ordinario con il cenone è piuttosto azzardato».

Scuola

Altro punto all’ordine del giorno dell’incontro tra governo e regioni la scuola. «Le regioni unanimamente hanno ritenuto di suggerire al governo di procrastinare al 7 gennaio ogni riapertura della didattica in presenza per chi è ancora oggi in didattica a distanza». Lo ha detto nel punto stampa quotidiano sul Covid il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti in merito alla riunione tra i ministri Boccia, Speranza e la conferenza regioni, l’Anci con Decaro e le province italiane. «Tutte le regioni hanno unanimamente ritenuto di dire al Governo che si tratterebbe di una mossa inopportuna in questo momento soprattutto alla vigilia della pausa festiva delle scuole - ha detto Toti - in assenza di un programma di scaglionamento degli ingressi e in assenza di un servizio pubblico che oggi prevede capienza al 50% e andrebbe ritoccata».

Spostamenti tra regioni

Restano diversi altri punti da definire per il Dpcm di Natale. Uno è quello degli orari di apertura delle attività commerciali per lo shopping dei regali e di quelle di ristorazione. L’altro quello degli spostamenti tra regioni per raggiungere i parenti: anche su questo l’orientamento prevalente del governo sarebbe rigoroso, con il divieto totale, a prescindere dalle colorazioni, eventualmente con qualche deroga.

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