Natale, via libera alla nuova stretta
L’Italia zona rossa nei festivi e prefestivi

Le nuove misure anti-Covid per le feste di Natale e Capodanno. Dal 24 dicembre al 6 gennaio l’Italia sarà zona rossa nei giorni festivi e prefestivi, zona arancione nei giorni lavorativi. Conte: «Decisione sofferta, subito misure di ristoro: 645 milioni per ristoranti e bar».

Via libera al decreto sulla nuova stretta per le festività natalizie, nel Consiglio dei ministri terminato verso le 20 di venerdì. Dal 24 dicembre al 6 gennaio l’Italia sarà zona rossa nei giorni festivi e prefestivi, zona arancione nei giorni lavorativi. «Le misure del governo hanno funzionato grazie alla responsabilità dei cittadini. È un metodo che ci ha evitato il lockdown generalizzato. Siamo partiti con il metodo a zone con RT a 1.7 e lo abbiamo riportato a 0.86, tanto che nei prossimi giorni tutte le Regioni possono diventare zona gialla. È una decisione non facile, sofferta: dobbiamo rafforzare il regime di misure necessarie per cautelarci meglio anche in vista della ripresa delle attività di gennaio», ha detto il premier Conte in conferenza stampa nella serata di venerdì.

«Il virus continua a circolare dappertutto in Europa: si lascia piegare ma non sconfiggere, perciò anche tra i nostri esperti c’è forte preoccupazione che anche la nostra curva dei contagi possa subire un’impennata nel periodo natalizio. Il Cts ha espresso forte preoccupazione per gli assembramenti e la comprensibile voglia di convivialità e socialità», ha aggiunto. «Ragioniamo per una zona rossa nel periodo dal 24 dicembre al 6 gennaio nei giorni festivi e prefestivi. Si esce di casa solo per ragioni di lavoro, necessità e salute. È possibile ricevere nella propria abitazione fino a 2 persone non conviventi con eventualmente i propri figli minori di 14 anni. E’ una misura che abbiamo pensato per consentire quel minimo di socialità che si addice a questo periodo». «L’intero territorio nazionale sarà zona arancione il 28, 29, 30 dicembre e 4 gennaio. In questi giorni ci si potrà spostare esclusivamente all’interno del proprio comune senza giustificarne il motivo. Per venire incontro a comuni fino a 5000 abitanti fino a 30 km ma non nei capoluoghi di provincia. Rimangono chiusi bar e ristoranti tranne che per asporto e consegne a domicilio. I negozi saranno aperti fino alle 21».

«Siamo al fianco» degli operatori che saranno coinvolti da queste misure, ha detto il premier. «Abbiamo sospeso contributi e tributi per coloro che hanno perdite. Chi subisce dei danni economici deve essere subito ristorato. Questo decreto dispone subito un ristoro di 645 milioni per i ristoranti e bar». «Ci avviamo al vaccine day il 27 dicembre - ha aggiunto -. Non prevediamo l’obbligatorietà del vaccino ma abbiamo iniziato a promuovere una campagna per il vaccino che sarà un vaccino sicuro e sarà offerto a tutti e speriamo che tutti si predispongano alla vaccinazione».Qui sotto il video con le dichiarazioni del premier.

Arriva il decreto di Natale: l’Italia sarà rossa per tutti i festivi e prefestivi fino alla Befana, con i negozi, i bar e i ristoranti chiusi e il divieto di uscire da casa propria se non per motivi di lavoro e salute. Dopo giorni di discussioni, il governo vara la nuova stretta per evitare che i pranzi e le cene delle feste facciano da detonatore per una terza ondata a gennaio e febbraio. «L’indice di riproducibilità del virus è di nuovo salito - ammonisce il ministro della Salute Roberto Speranza - ed è perciò necessario, per arginare la risalita dei contagi, disporre la zona rossa».

Le misure sono contenute in un decreto legge di 3 soli articoli che il Consiglio dei Ministri ha approvato dopo una lungo confronto all’interno del governo e con le Regioni. Una discussione che con l’avvicinarsi delle vacanze si è fatta sempre più tesa: all’insofferenza dell’opposizione che chiedeva all’esecutivo scelte chiare e rapide per dare agli italiani certezze il prima possibile, si è aggiunta quella della maggioranza, come ha fatto chiaramente capire il leader del Pd Nicola Zingaretti quando ha annunciato che, nel caso in cui il premier non avesse scelto la linea dura, il Lazio sarebbe andato per conto suo. «Bisogna mettere in sicurezza il Natale, la zona gialla non basta più, è inutile girare attorno al problema. Rischiamo che gennaio e febbraio possano diventare drammatici».

L’ennesima riunione dei capi delegazione è stata così molto tesa, 4 ore di discussione durante le quali Teresa Bellanova ha detto chiaramente che se è necessario un altro decreto «significa che quanto deciso finora non ha funzionato come doveva» e ha chiesto ristori al 100%. E il Cdm ha stanziato subito 400 milioni per bar e ristoranti costretti a chiudere: altre risorse arriveranno nel 2021. Alla fine ha prevalso la linea dei rigoristi, quella rappresentata fin dall’inizio dell’emergenza dai ministri Roberto Speranza, Dario Franceschini e Francesco Boccia, ribadita anche oggi da quest’ultimo alle Regioni. «Questo è tra gli inverni più bui che il nostro paese ricordi, restiamo uniti» ma le «misure restrittive hanno sempre avuto ragione».

L’unica cosa che il premier Giuseppe Conte, che era con Italia Viva per un intervento molto più morbido, è riuscito a spuntare è la deroga per due commensali non conviventi, oltre ai minori di 14 anni, che potranno spostarsi anche con i divieti per raggiungere nelle abitazioni private familiari e parenti più stretti. Ma potranno farlo «una sola volta al giorno» e «verso una sola abitazione», ovviamente nella stressa regione. Nel provvedimento c’è anche la deroga per i piccoli comuni: ci si potrà spostare da quelli sotto i 5mila abitanti, ma ad una distanza massima di 30 chilometri e comunque non per andare nei capoluoghi di provincia. Con l’eccezione della Campania, se Vincenzo De Luca manterrà quanto promesso annunciando un’ordinanza per vietare comunque ogni spostamento.

Dalla vigilia di Natale l’Italia sarà dunque in zona rossa. E ci resterà fino al 27 e poi nuovamente dal 31 dicembre al 3 gennaio e dal 5 al 6 gennaio. Dieci giorni in tutto. Il 28, 29 e 30 dicembre e il 4 gennaio il paese sarà invece tutto in zona arancione: ci si potrà spostare liberamente all’interno dei comuni e i negozi saranno aperti. Per i bar e ristoranti se ne riparla invece il 7 gennaio. E d’altronde il monitoraggio settimanale dell’Istituto superiore di sanità non lasciava spazi di manovra. «Le aumentate mobilità e l’interazione interpersonale tipica della socialità di questa stagione potrebbero determinare un aumento rilevante della trasmissione” del virus, con un «conseguente rapido aumento dei casi». Prima di chiudere tutto, l’Italia sarà però tutta gialla, almeno per un giorno: sabato scadono le ultime ordinanze di Speranza che tenevano Campania, Toscana, Valle d’Aosta e provincia di Bolzano in zona arancione e, dunque, da domenica anche in quei territori varranno le regole attualmente in vigore nel resto del paese. Da lunedì per 3 giorni saranno valide le misure per le zone gialle, ad eccezione della possibilità di spostarsi tra le regioni che sarà sospesa come previsto dal Dpcm del 3 dicembre.

Nel corso della riunione con il governo, la maggior parte dei presidenti di Regione non hanno contestato le misure. Alcuni hanno criticato la poca chiarezza, ma la maggioranza era a favore della stretta. Luca Zaia le aveva anticipate con un’ordinanza, vietando da oggi la mobilità tra i comuni del Veneto a partire dalle 14, mentre il presidente dell’Emilia e della conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini aveva annunciato già in mattinata qual era la linea dei governatori: zona rossa «alternata», quella che poi è passata. L’unico che ha espresso la sua contrarietà in modo netto è stato Giovanni Toti. «Il governo deve tener conto di tutti i numeri della pandemia. Le chiusure natalizie potrebbero costare in Liguria 200 milioni». Ma anche lui, alla fine, si è adeguato al Natale in rosso. Senza cenoni e senza festa.

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