«Nello stupore di Natale, Gesù risuscita
la nostra capacità di amare e di credere»

Il vescovo, monsignor Francesco Beschi, nell’omelia della Messa di Natale in Duomo: «Il Natale suscita in noi desideri che non potranno essere cancellati se il nostro sguardo ha riconosciuto Gesù». Nella Messa di mezzanotte il vescovo ha ricordato il recente viaggio di Papa Francesco a Greccio (Rieti), dove 800 anni fa San Francesco inventò il presepe.

«Il Natale suscita in noi desideri che non potranno essere cancellati se il nostro sguardo ha riconosciuto Gesù. Desideri di paternità e maternità, di umanità, di ospitalità. Gesù nello stupore del Natale risuscita la nostra capacità di amare, di credere, di vedere oltre le cose. Gesù cerca il nostro cuore». È un passaggio dell’omelia del vescovo, monsignor Francesco Beschi, pronunciata durante la Messa della mattina di Natale in Duomo.

Nella Messa di mezzanotte il vescovo Beschi – che ha presieduto la funzione, alla quale era presente anche monsignor Giuseppe Merisi, bergamasco e vescovo emerito di Lodi – non ha invece usato giri di parole per descrivere le anime dei cristiani di oggi, distratti davanti al presepe. Un’omelia nella quale il vescovo ha ricordato il recente viaggio del Papa a Greccio (Rieti), dove 800 anni fa San Francesco inventò il presepe.

«La nostra anima è spesso simile a una stalla, tanto è stretta, buia e così ingombra di lerciume che pare non ci possa essere posto per un Dio, tanto più se fanciullo», ha detto il vescovo, che ha voluto ricordare anche le parole che Giovanni Papini scrisse sul Cristianesimo: «Anche se Cristo nascesse mille e diecimila volte a Betlemme, a nulla ti gioverà se non nasce almeno una volta nel tuo cuore. Abbiamo bisogno di illuminare lo sguardo – ha poi concluso il vescovo – lo sguardo di ghiaccio dell’indifferenza, della paura e della distanza. Così come abbiamo bisogno di spegnere l’incendio dello sguardo, quello della rabbia, della cattiveria e dell’odio. Ci guardiamo senza vederci, ci scrutiamo come nemici, ci imponiamo con lo sguardo del più forte. Quello di Gesù, invece, è limpido e luminoso come quello di un bambino, e compie il miracolo di accendere il nostro sguardo con la sua stessa luce».

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