Nicolò, 18 anni vissuti con grinta da leone
«Ci mancherà la sua vitalità contagiosa»

Lo studente del liceo Lussana è morto per una forma rarissima di sarcoma. Il ricordo della sorella Sofia: «Un ragazzo attivissimo, che faceva sorridere chi gli stava vicino».

Correva veloce Nicolò. In pista con i go-kart, sin da piccino, e nella vita. I giorni se li mangiava, un campione di gioia ed esuberanza. Ce l’aveva scritta in viso l’allegria dei suoi 18 anni: nel ciuffo rosso ribelle, nelle lentiggini, nello sguardo sveglio. «Un galletto, con la dote di far star bene chi lo circondava», lo descrive con tutto l’amore del mondo la sorella Sofia.

Due gocce d’acqua, lei e lui, cresciuti a Rosciate, inseparabili, solo due anni e due settimane di differenza. «Ci scambiavano tutti per gemelli», ammette. Tocca a questa bella ragazza, alta e sottile, dai capelli lunghi color ruggine, raccontare chi era Nicolò Marchesi, andato avanti così in fretta. O meglio chi è, perché tutto parla delle passioni e dell’entusiasmo con cui ha riempito fino all’ultimo il suo tempo e il tempo di chi gli stava vicino. Gli studi al liceo Lussana, aspirando alla Facoltà di Medicina; lo sport tra basket e calcio; l’impegno tra il Cre in oratorio e «Ragazzi on the road» in Comune.

Un dolore che nessuno vorrebbe mai provare a 20 anni e che invece Sofia sostiene con forza e dolcezza. Facendosi portavoce di mamma Marina e papà Dario Marchesi che continuano ad accarezzare quel figlio «splendido, che aveva il sorriso di chi sapeva di farcela e che invece Qualcuno ha chiamato a sè». Sostenuti dalla preghiera e dall’affetto di compagni e parenti, abbracciati nella Casa del commiato di Seriate, che sa di fiori e adolescenza. Restano frasi sul libro dei ricordi. «Ci mancherai», «Quanto ci facevi ridere», «Arrivederci, amore».

Nicolò, maggiorenne dal 3 maggio scorso, domenica ha chiuso gli occhi all’Irccs istituto ortopedico Galeazzi di Milano. Senza esaudire il suo grande desiderio: «Il Natale tutti insieme, con la punta ripiena di nonna Anna Maria», è stato l’ultimo pensiero prima di entrare in sala operatoria.

Dal febbraio di quest’anno era seguito per un sarcoma alla seconda vertebra cervicale. «Un caso rarissimo», lo aveva subito definito il professor Alessandro Luzzati, specialista in chirurgia ortopedica oncologica che lo aveva preso a cuore. Ma nessuno si aspettava un esito così repentino.

«Tutto è iniziato con un dolore fortissimo al collo, dopo una pallonata durante una partita di calcio. Pensavamo fosse una normale “botta”, scherzando lo rimproveravamo: “vedi cosa succede a non asciugare mai il ciuffo? Ti viene la cervicale”», ricorda Sofia. Invece le fitte non passano e dagli esami arriva l’evidenza di quella «palla» anomala alla seconda vertebra cervicale. Nicolò però non si lascia abbattere, anzi, tira fuori la grinta da leone che tutti gli riconoscono. «All’Università avrebbe voluto fare Medicina, dopo la scoperta della malattia è diventata una vera e propria “fissa”. La casa è piena di libri di anatomia, abbiamo dovuto fargli spazio». Tant’è che il «male» lui lo racconta filo e per segno, aggiornando in ogni fase i compagni del Lussana. L’ultima volta, un mesetto fa, era stato in classe - la «sua» Quinta E - per annunciare l’intervento a cui doveva sottoporsi.

Nicolò era pieno di passioni. «Come se non bastasse si era messo a studiare pure economia e finanza, ordinando tomi su tomi per approfondire. Con i suoi amici aveva creato anche un sito di e-commerce», aggiunge Sofia come un fiume in piena. Nuovi interessi che Nicolò inanellava a quelli di sempre. «Sin da quando aveva sei anni papà lo portava al kartodromo di Curno. La Ferrari e i modellini erano il suo pallino, rossi come lui. Che era davvero bravo con i go-kart, ha vinto anche dei campionati a livello regionale e provinciale. Andavamo in trasferta tutti insieme per assistere alle gare». Sul profilo Facebook ci sono le foto, di lui trionfante col cappellino e le coppe.

«Alto 1 metro e 88, come un palo della luce», si era dato alla pallacanestro («Aveva iniziato col minibasket ed era rimasto con noi fino al 2014. Un ragazzo spigliato e sorridente, con una vivacità unica», ricorda il presidente della Scanzorosciate basket Pierangelo Signorelli) per poi virare sul calcio (militando nel Pedrengo e nel Torre de’ Roveri).

Senza trascurare il Lussana, che per lui era una seconda casa. Studente brillante senza troppa fatica, tra i fondatori di «Acua Solida», nome dovuto a un’improbabile interrogazione di Scienze. «Un gruppo di Nerd sfegatati, conoscitori di tutti i segreti di play station e videogiochi», sorride Sofia. Leggerezza e impegno (animatore in oratorio e tirocinante con la polizia municipale per «Ragazzi on the road»), i binari di una vita vissuta pienamente. «E che con questo passaggio ci aiuta a non dare niente per scontato», dice don Cristiano Re, che lo ha avuto come animatore al Cre dell’Unità pastorale. Oggi sarà don Sergio Armentini a presiedere i funerali, alle 15 nella parrocchiale di Rosciate. Nicolò riposerà nel cimitero di Bergamo. «Ma riposare non è un verbo che si addice a lui, che aveva l’argento vivo addosso», si commuove un amico.

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