«Non rubate i fiori ai defunti
Sono un simbolo di amore»

Pubblichiamo la lettera di una cittadina che si appella a chi ruba i fiori dei defunti al cimitero di Bergamo.

«La mia è solo una fievole voce che però vorrei giungesse a tutti, sia a chi condivide, sia a chi non condivide con me valori antichi,ma sempre attuali, quali il senso di pietà e il rispetto verso i defunti. Mi sono recata, come sempre, qualche settimana fa, a trovare mio figlio, prematuramente scomparso, che riposa nel famedio del cimitero di Bergamo accanto al padre che l’ha seguito un anno dopo: due lapidi, quelle di padre e figlio posti l’uno accanto all’altro, le loro foto sorridenti ed un fiore che testimonia l’affetto ed il ricordo dei loro cari, quella «corrispondenza d’amorosi sensi» che lega i vivi ai defunti.

Quasi non credevo ai miei occhi vedendo che la rosa era scomparsa; mi sono recata la settimana successiva e ho constatato che anche la nuova rosa che avevo deposto, era sparita. Ero stupefatta ed affranta: non erano stati sottratti soltanto due fiori, ma mio figlio e mio marito erano stati derubati dell’unico segno esteriore, dell’unico simbolo visibile dell’amore profondo che io porto ancora loro, della certezza di essere ancora uniti, noi tutti, in un abbraccio ideale anche con l’altro mio figlio al quale porto gli stessi fiori e che riposa nel cimitero campestre di un paese della Bergamasca, dove le mani dei vandali non sono ancora arrivate. E allora vorrei gridare con tutta la mia forza: «Non rubate i fiori ai morti, non rubateli, non rubateli più».

Lettera firmata

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