Nuova puntata per il caso Rho
Il 16 marzo l’udienza per il ricorso

Il docente, sorpreso e multato mentre faceva pipì a bordo strada, non l’aveva dichiarato come precedente penale. Un mese per il ricorso.

È stata fissata per il 16 marzo dal giudice del lavoro Raffaele Lapenta l’udienza in Tribunale per il ricorso di Stefano Rho, il docente quarantenne licenziato (come una cinquantina d’altri tra insegnanti di ruolo e precari) per mendacio per non aver dichiarato (all’atto della presa di servizio a scuola) di avere precedenti penali,legati ad una causa chiusa undici anni fa, quando l’uomo era stato sorpreso dai carabinieri, in un paesino della Valle Brembana, a fare pipì (a notte fonda ma vicino a un lampione) in un cespuglio ai bordi di una strada deserta.

Per il fatto aveva pagato un’ammenda di 200 euro e non risultando dal casellario giudiziale e non essendo il precedente ostativo all’assunzione, non l’aveva dichiarato nel modulo fornito dalla scuola all’atto della presa di servizio. La vicenda ha sollevato molta attenzione e la solidarietà di colleghi e allievi per la sproporzione fra l’accaduto e le conseguenze professionali (il licenziamento vale per sempre e per tutta la scuola statale) e ha riportato sotto i riflettori altri casi, accomunati dalla scarsa rilevanza penale e dal fatto che dal casellario giudiziale rilasciato agli interessati non risultava nulla.

Sulla questione è stata anche presentata ai ministri dell’Istruzione, della Semplificazione e dell’Economia, un’interpellanza parlamentare per iniziativa del deputato Antonio Misiani, firmata da tutti i parlamentari Pd bergamaschi (Elena Carnevali, Giovanni Sanga, Beppe Guerini) e dalla milanese Daniela Gasparini.

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