Occhio al telefono, non solo al volante
I rischi aumentano anche per chi è a piedi

Il telefono al volante è un pericolo arcinoto eppure sempre ricorrente. Oggi con una sfaccettatura in più: impugnare lo smartphone è pericoloso pure quando si «guidano»… i propri piedi.

Sempre più frequenti, infatti, sono gli incidenti di pedoni investiti perché incollati al proprio cellulare anche in prossimità di un incrocio, come il triste incidente che nell’aprile dello scorso anno causò gravissime ferite a una ballerina della Scala di Milano, travolta nel capoluogo lombardo da un tram: intenta a «trafficare» col proprio telefonino, non si accorse del mezzo.

Nel mondo si sta correndo ai ripari. La soluzione più «estrosa» arriva dalla Cina: a Chongqing, nella zona centro-meridionale del Paese, tre anni fa venne lanciata una «corsia preferenziale» dedicata ai pedoni impegnati a «smanettare» col telefonino durante la camminata. Ad Augusta, città tedesca incastonata nella Baviera, sono stati invece introdotti dei «semafori orizzontali» rivolti ai pedoni: si tratta di luci fissate a terra, installate nei pressi delle fermate dei tram, che possono essere notate anche da chi sta con la testa china a fissare lo schermo, soluzione che recentemente ha preso piede anche in Olanda.

Ma c’è anche chi ha optato per il pugno duro: tra i pionieri di questa battaglia, lo stato americano dello Utah, che nel 2013 scelse di introdurre una multa di 50 dollari — raddoppiati in caso di recidiva — per tutti quelli «beccati» ad attraversare la strada distratti, cioè al telefonino o con gli auricolari di un lettore musicale portatile; 105 dollari australiani, invece, la sanzione introdotta nel «Paese dei canguri» nel 2014.

In Svizzera, infine, la polizia ha diffuso recentemente una campagna video dai contenuti decisamente forti: nel filmato, un giovane al telefono viene violentemente investito da un’automobile.

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