Orobie «regno» degli stambecchi
I primi arrivarono 30 anni fa in elicottero

Erano 9 ora sono ben 1.100 grazie a un progetto regionale li introdusse allora su tutto l’arco prealpino, provenienti dal Parco del Gran Paradiso. Una femmina gravida fu la «guida» per gli altri. Oggi se ne contano oltre mille. E sono pure un’attrazione turistica.

La portarono in alta quota con tutte le attenzioni, perché dentro sé custodiva già il futuro. Sulle Orobie, i primi nove stambecchi ci arrivarono in elicottero: erano tutti giovani esemplari, tranne quella femmina di 10 anni, incinta, che grazie alla sua maggiore età - sinonimo di esperienza all’aria aperta - avrebbe assunto il ruolo di guida del branco. L’introduzione di questi animali sulle Orobie cominciò così, poco più di trent’anni fa: era il 17 giugno del 1987, quando nelle valli di Fiumenero, frazione di Valbondione, furono liberati i primi, arrivati dal Parco del Gran Paradiso dove erano stati prelevati pochi giorni prima. Poi, con altri sei rilasci, il primo nucleo di 89 stambecchi - 44 maschi, 45 femmine - fu completamente disseminato.

Traguardo e partenza di un progetto regionale – «Progetto Stambecco Lombardia», in Bergamasca, il ripopolamento costò circa 120 milioni di lire – i cui frutti brillano oggi: allora la scelta ricadde anche sulle Orobie bergamasche, e il punto preciso da cui partire non fu lasciato al caso ma deciso al termine di quattro anni di analisi condotte da Cnr, dipartimento di Biologia dell’Università di Milano, Istituto nazionale di biologia della selvaggina, Servizio Caccia e pesca della Regione, Provincia di Bergamo, Parco del Gran Paradiso, valutando esposizione al sole, pendenze dei crinali, conservazione dell’ambiente naturale. Oggi, gli stambecchi orobici sono circa 1.100, «concentrati prevalentemente nella zona del Pizzo dei Tre Signori e del Pizzo del Diavolo, ma anche attorno al bacino del Barbellino» racconta Paolo Valoti, presidente del Cai Bergamo.

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