«Oscar» europeo dell’innovazione
In finale 3 scienziati bergamaschi

In gara 15 «cervelli» di nove Paesi: per l’Italia Giuseppe Remuzzi, Carlamaria Zoja e Ariela Benigni del Mario Negri.

Quattro italiani finalisti al premio European Inventor Awards 2017, il più importante riconoscimento europeo all’innovazione, promosso da European Patent Office,e di questi tre sono bergamaschi: sono gli scienziati Giuseppe Remuzzi, 68 anni, Carlamaria Zoja, 61 anni e Ariela Benigni, 61 anni, dell’Istituto Mario Negri di Bergamo. I tre sono finalisti nella categoria «Industry»: i finalisti selezionati sono in tutto 15, tre per ognuna delle 5 categorie del premio e provengono da 9 Paesi. Considerato un’autorità mondiale della Nefrologia, Giuseppe Remuzzi (docente all’Università di Milano, direttore di Nefrologia al Papa Giovanni di Bergamo, coordinatore delle ricerche dell’Istituto Mario Negri di Bergamo, dove Carlamaria Zoja è responsabile del Laboratorio di fisiopatologia delle malattie renali e Ariela Benigni è capo del Dipartimento di Biologia molecolare), ha scoperto che l’utilizzo di inibitori enzimatici già in uso per l’ipertensione apportavano benefici per i malati con insufficienza renale cronica. I farmaci prodotti a seguito di questa intuizione ora sono la base dei trattamenti standard per oltre 200 milioni d i pazienti al mondo con malattie renali e per i trapiantati. «È stata per me una vera sorpresa questa nomina, si tratta di un lavoro di squadra che sta mostrando i suoi effetti, in particolare per le nefropatie non diabetiche – spiega Remuzzi –. Mi piace rimarcare che l’Istituto Negri non brevetta, e la nostra filosofia ha stupito anche gli organizzatori del premio: non brevettiamo perché non vogliamo restare legati alle nostre scoperte e vogliamo che le nostre idee circolino, grazie alle pubblicazioni, e diano benefici». I vincitori verranno resi noti il 15 giugno all’Arsenale di Venezia

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