«Per non dimenticare» - foto e video
Bergamo e la Giornata della Memoria

Hanno cantato in ebraico antico, la ninna nanna che le madri cantavano ai propri figli nei campi di concentramento. Hanno parlato, raccontato. Ricordato. Sui sassi i nomi dei deportati. Bergamo non vuole dimenticare e lo ha fatto attraverso gli studenti della nostra città.

In Italia, per legge della Repubblica, il 27 gennaio è stato proclamato «Giorno della Memoria». Bergamo celebra questo importante giorno con una lunga serie di iniziative dal titolo «Partenze…», che dal 23 gennaio al 6 febbraio riporteranno alla memoria una delle più grandi tragedie del Novecento.

Sono numerose le iniziative messe in campo dal Comune di Bergamo per celebrare la giornata, a partire da quelle istituzionali: mercoledì 27 gennaio si è iniziato alle ore 9.30 al Parco delle Rimembranze in Rocca (Bergamo Alta) per la tradizionale deposizione di corone d’alloro alla lapide nel Parco e presso la chiesetta di Sant’Eufemia, in ricordo degli ebrei bergamaschi deportati nei campi di sterminio.

Alle ore 10.30 la deposizione di una corona d’alloro e l’azione di testimonianza civile del dramma della Shoah da parte degli studenti del Liceo Manzù alla lapide in memoria dei lavoratori delle fabbriche di Sesto San Giovanni deportati nei campi di concentramento presso il binario 1 della stazione ferroviaria di Bergamo e alle ore 11.30 nel giardino di Palazzo Frizzoni avrà luogo un momento di raccoglimento in memoria dei 20 bambini ebrei uccisi nel campo di Neuengamme.

#giornodellamemoria: tante le iniziative in calendario per questo 27 gennaio. Questa mattina gli studenti del Liceo Manz...

Pubblicato da Comune di Bergamo su Mercoledì 27 gennaio 2016

«Gli Assessorati alla Cultura e all’Istruzione – spiega Nadia Ghisalberti, assessore alla Cultura del Comune di Bergamo - hanno coordinato un progetto, curato da Maria Grazia Panigada e realizzato con il concorso di diverse istituzioni cittadine, fra le quali ha avuto un ruolo significativo l’Isrec. I concetti di “Partenza” e “Testimonianza” costituiscono il perno forte delle iniziative. Coloro che hanno vissuto direttamente uno dei periodi più bui del Novecento stanno scomparendo ed è fondamentale che siano le nuove generazioni a raccoglierne il testimone, alle quali questa esperienza storica rischia di sembrare lontana e priva di un vero coinvolgimento emotivo. Il sasso, passato dalle mani dei testimoni a quelle di giovani studenti, diventa allora il simbolo di questa eredità, assunzione di responsabilità civica e collettiva. Non è un caso che l’evento di maggiore condivisione avvenga nel piazzale della Stazione di Bergamo, evocativo delle tragiche partenze verso i campi di sterminio».

Per quello che riguarda la iniziative culturali, le istituzioni cittadine organizzano un calendario di eventi, mostre, letture, percorsi didattici e proiezioni per mantenere viva la memoria delle atrocità dell’Olocausto.

Tantissimi gli enti coinvolti nel progetto per il 2016: oltre all’Isrec, spiccano non solo la Civica Biblioteca Angelo Mai, la Fondazione Bergamo Nella Storia, Atalanta Bergamasca Calcio, il Consiglio delle Donne del Comune di Bergamo, il Teatro Donizetti, ma anche l’Associazione Vivere Longuelo, Armilla Associazione Culturale, le Acli e Aned, Lab 80 Film, Pandemonium Teatro, i Centri Socio Culturale di Grumello al Piano e Borgo Palazzo, la Uisp e il Servizio Assistenza Sale Cinematografiche.

«Di fondamentale importanza sono il coinvolgimento e il contributo delle scuole in un progetto di questo respiro – sottolinea l’assessore all’Istruzione Loredana Poli –: vorrei ringraziare i tantissimi istituti che collaborano alla realizzazione delle iniziative dedicate al Giorno della Memoria 2016, dal Liceo Manzù all’Istituto Natta, dal Lussana al Mascheroni, all’Amaldi, senza contare la partecipazione del Liceo Sarpi e dell’Istituto comprensivo Donadoni. Vorrei soffermarmi sull’evento in programma alla stazione ferroviaria che assume un significato davvero particolare: i ragazzi sono persone vere che vanno in luoghi veri in cui passa la gente tutti i giorni, portando così con sé tematiche che altrimenti rimarrebbe fuori da questi contesti».

Nella mattina del 27 gennaio i pendolari hanno trovato infatti sul piazzale della stazione delle presenze che li hanno invitati a sedersi per pochi attimi per ascoltare parole di memoria, per ricevere un piccolo sasso con il nome e il cognome di chi ha vissuto la deportazione. Si è levato poi a tratti un canto corale, lo stesso canto in ebraico antico che le madri cantavano ai propri figli nei campi di concentramento.

Un gruppo poi di questi ragazzi ha preso con sé alcuni sassi ed è tornato alla propria scuola, il Liceo Artistico Manzù, per fare silenzio e nel silenzio creare un’installazione, ognuno la sua, personale ed unica. Questi sassi rivestiti di cartone (materiale spesso presente nei campi) saranno originali creazioni che saranno esposte nell’atrio dell’Auditorium di piazza della Libertà durante le serate dedicate alla Giornata della Memoria.

Di grande interesse anche le proiezioni mattutine per le scuole ai cinema Conca Verde e Del Borgo all’interno del mini-percorso «La Scuola al Cinema» con i film «Corri ragazzo corri» e «The Eichmann Show», entrambi usciti nel 2015.

«Da quest’anno – spiega Maria Grazia Panigada, direttore artistico della stagione di prosa del Teatro Donizetti– si è voluto che ragazzi e ragazze delle scuole superiori, attraverso vari linguaggi artistici, dessero voce e corpo alle vicende di chi ha visto la propria vita stravolta dalla follia nazifascista. Vorremo che la città, nel periodo intorno al Giorno della Memoria, si riempisse di quelle voci che improvvisamente furono fatte tacere. Iniziamo quest’anno nell’abitare tre luoghi: la Stazione, il Teatro Sociale e lo Stadio. La proposta è stata realizzata con la preziosa collaborazione, sia come supporto formativo che come costruzione del progetto, dell’Istituto Bergamasco per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea. Al Teatro Sociale, invece, saranno custodite immagini di video realizzate nelle varie scuole di Bergamo. Nelle giornate di sabato 30 e di domenica 31, il teatro resterà aperto e chi entrerà troverà nel silenzio dei video che raccontano in vario modo la persecuzione al popolo ebraico: video interviste fatte dai ragazzi a testimoni, video clip sul tema della separazione, montaggi realizzati per lasciare, a chi guarda, un momento di raccoglimento e di ascolto».

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