Piano sosta in città, i comitati di quartiere:
non sapevamo nulla, rincari e non servizi

Tutti sono rimasti di stucco, perché del nuovo Piano della sosta, i residenti dei quartieri della città, ne hanno letto su L’Eco di Bergamo. Da Palazzo Frizzoni, nei mesi scorsi, non è mai arrivata nessuna anticipazione.

E ci vuole tempo per metabolizzare il fatto che in futuro, per poter parcheggiare sotto casa, nelle strisce gialle, oltre al bollo per il pass, si dovrà pagare una cifra che, in base alla zona, va dai 60 ai 120 euro all’anno. Non tutti i comitati di quartiere si sono ancora confrontati ufficialmente sulle novità che il documento porta con sé, ma un’idea, i rispettivi presidenti se la sono fatta. La mobilità, che sia dolce o a motore, è infatti un tema caldo, annoso e trasversale, che vale per tutti i quartieri, da Città Alta a Borgo Palazzo.

È proprio nel borgo al confine con Celadina che c’è uno dei detrattori del Piano. Lui è Nicola Viscardi, giovane presidente dell’associazione che punta a rilanciare e far rivivere uno dei borghi storici della città: «Alla fine mettono le mani in tasca a tutti, senza fare un ragionamento sulla viabilità sostenibile: il Comune riceve soldi in più dai cittadini senza erogare più servizi – commenta Viscardi –. La più grande debolezza del piano è che si parla solo di aumenti».

La zona dove la sosta sarà più salata, oltre a Città Alta, è quella del pieno centro, dove il pass arriverà a costare 120 euro. Anche qui, i residenti chiedono un ragionamento più ampio, che non si limiti al pagamento della sosta: «Il problema più grande è che i parcheggi nelle strisce gialle spesso non si trovano, servono più controlli - spiega pacata Lucia Barcella, moglie di Paolo Bertuletti, presidente del Comitato Borgo San Leonardo, che comprende il cuore del centro storico di città bassa -. E comunque ll pagamento non risolve definitivamente il problema della vivibilità del borgo».

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