Pollino, biologa di Bergamo tra le vittime
Su «L’Eco» il racconto del fratello di Paola

«L’avevo sentita l’ultima volta poche ore prima della tragedia. Era serena come sempre. Nulla lasciava presagire quello che sarebbe accaduto». Parla il fratello di Paola Romagnoli, la bergamasca morta sul Pollino.

«Mia sorella Paola l’avevo sentita l’ultima volta poche ore prima della tragedia. Era serena come sempre. Nulla lasciava presagire quello che sarebbe accaduto. Con il marito ha viaggiato in lungo e in largo in tutto il mondo ed era abituata a escursioni di questo genere». Al telefono dall’ospedale di Cosenza, Marco Romagnoli stenta ancora a credere che sua sorella Paola, biologa di 55 anni, bergamasca con cittadinanza francese, non ci sia più.

E che sia morta in maniera così drammatica, travolta da un’inattesa e improvvisa piena del torrente, lunedì pomeriggio nelle Gole del Raganello, al Parco del Pollino di Civita, in Calabria. Paola Romagnoli era nata a Bergamo nel 1963, ma da oltre venticinque anni viveva all’estero: prima negli Stati Uniti, poi in Svizzera e, negli ultimi anni, in Francia, a Tolosa, dov’era direttrice del laboratorio di ricerche «T cell mediated immune-tolerance», con sede all’ospedale universitario di Tolosa, del quale il marito, immunologo, è capo laboratorio e che conta altri ben dodici collaboratori impegnati nella ricerca e nell’insegnamento sulle patologie cosiddette autoimmuni.

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