Provincia di Bergamo invasa dalle slot
Guarda la mappa Comune per Comune

Se le piccole storie possono diventare un modello per tutti, vale la pena trasgredire la regola giornalistica che impone “la notizia alla prima riga” per citare Luca Padoa. Chi è? 29 anni, padre di tre figli e il coraggio di rinunciare a una parte degli incassi del suo bar in via Bianzana, a Bergamo, togliendo le slot machine.

«Mi sono posto il problema – ha raccontato a L’Eco di Bergamo settimana scorsa -, nel vedere persone che letteralmente si giocavano lo stipendio in questo modo». Nel resto della Bergamasca, dalle valli alla Bassa, sono in pochi a seguire l’esempio. Parlano i dati disponibili sul sito dei monopoli di Stato che ha aggiornato l’elenco delle autorizzazioni concesse a baristi ed esercenti: in provincia i “punti slot”, così come vengono chiamati nella dicitura ufficiale, sono circa 1600. Attenzione, ogni punto può avere una, due, dieci o venti slot. Infatti secondo le ultime stime le “macchinette mangiasoldi” sono circa 6700 nella sola Bergamasca. Una ogni 165 abitanti. Per fare un paragone statistico si possono citare i posti letto negli ospedali bergamaschi: 4422, uno ogni 250 abitanti.

Abbiamo realizzato la mappa dei punti slot autorizzati in provincia di Bergamo divisi Comune per Comune. Le aree colorate di un rosso più intenso sono quelle con più punti slot per abitanti. I territori in verde potrebbero essere ribattezzati “slot free”, dove nessuno ha inviato richiesta per l’installazione di slot machine. La mappa è interattiva e navigabile. Passando il cursore sopra ogni Comune si possono scoprire quanti punti hanno ricevuto il via libera dallo Stato e il conseguente rapporto con il numero dei residenti.

Ecco la classifica dei Comuni con il rapporto tra abitanti e punti slot più elevato. Come si può vedere in modo chiaro dalla mappa, ci sono aree più sensibili al tema e altre meno. L’Isola bergamasca, ad esempio, non è “invasa” come le valli dove il dato è condizionato dalle presenze turistiche non considerate alla voce “residenti”.

In attesa che il Parlamento affronti il tema con una riorganizzazione incisiva, nei singoli territori cresce la consapevolezza di un problema che va fronteggiato in modo diretto. Ecco allora farsi avanti campagne di sensibilizzazione, provvedimenti urbanistici che premiano chi decide di liberarsi delle slot, incontri con i giovani. Con la speranza che sempre più baristi si pongano lo stesso problema del coraggioso Luca Padoa. Sarebbe una buona occasione per far saltare il tappo alla bottiglia della festa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA