Questa volta la fregatura l’ha presa lui
Tenta di spillare soldi, truffatore in manette

«Pronto signora? Sono l’avvocato di sua figlia, volevo informarla che è trattenuta in caserma dai carabinieri a seguito di un tamponamento, sa come vanno queste cose. Ci sarebbe la cauzione da pagare per farla uscire». Scena da film americano verrebbe da dire, invece sono le parole che si è trovata ad ascoltare - con non poca apprensione - al telefono giovedì una novantenne residente in via Palazzolo.

Fortunatamente il tutto, grazie a un’indagine ancora in corso, era in quel momento monitorato dai carabinieri che sono così riusciti ad arrestare in flagranza di reato M. V., napoletano di 41 anni con precedenti per furto, rapina ed evasione dai domiciliari: portato in carcere, ieri mattina è stato interrogato dal giudice per le indagini preliminari Raffaella Mascarino.

Andiamo con ordine: tutto comincia giovedì 11 febbraio, quando all’anziana, che vive sola in quanto vedova, arriva la telefonata di un sedicente avvocato per conto di sua figlia. L’uomo, per rendersi più credibile e dimostrando così di aver studiato bene la parte, le fa anche il nome della figlia in questione e le spiega che, per farla rilasciare dai carabinieri serve il pagamento della cauzione: 3.800 euro in contanti. La donna tergiversa, chiede chiarimenti. A quel punto la truffa tocca il culmine: alla novantenne arriva una seconda telefonata. Questa volta a parlare sarebbe un «maresciallo» dei carabinieri, a confermare l’accaduto: «Sì signora, sua figlia è qui trattenuta da noi per via di un tamponamento. Le abbiamo nominato questo avvocato e ora c’è la cauzione da pagare». La donna obietta di non sapere come fare, di non avere il denaro contante sufficiente: spiega al presunto militare di avere al massimo 700 euro in contanti e qualche gioiello.

La trappola scatta: l’uomo al telefono la tranquillizza, le dice che può bastare, e che nel giro di pochi minuti arriverà un incaricato dell’avvocato a ritirare soldi e gioielli per la fantomatica cauzione. Detto fatto: nel giro di poco al citofono della pensionata si presenta il quarantunenne che si fa consegnare soldi e quant’altro. Non fa però in tempo ad allontanarsi che viene bloccato dai carabinieri, che già erano sulle sue tracce: per lui scattano le manette (inizialmente per il reato di estorsione, come indicato dalla Procura, poi riqualificato in carcere dal gip in truffa aggravata) e l’anziana si vede restituire i beni, scoprendo solo in quel momento di aver rischiato di perdere tutto.

Convalidato l’arresto per truffa aggravata dalla minorata difesa della vittima (in quanto anziana) e dall’averla indotta a credere di obbedire a un’autorità (i carabinieri), confermato il carcere per l’uomo, «unica misura idonea a contenere l’istinto predatorio». Proseguono le indagini per individuare e identificare i complici.

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