Renzi, le trivelle e il quorum non raggiunto
«Potevamo comprare treni per pendolari»

«Buttati 300 milioni: potevamo comprare 350 carrozze per i pendolari». Lo dice il premier Renzi analizzando i dati del referendum di domenica. Che non ha raggiunto il quorum.

«Ha vinto chi lavora nelle piattaforme. Levo simbolicamente i calici con loro, con le undicimila persone che avrebbero rischiato il posto di lavoro, per i quali abbiamo lavorato e proposto l’astensione ai cittadini. Il presidente del Consiglio deve stare là dove si rischia il posto di lavoro». Il premier Matteo Renzi ha commentato così, a caldo, l’esito del referendum sulle trivellazioni, fallito per il mancato raggiungimento del quorum, che si è attestato attorno al 32%.

«L’Italia ha parlato: c’è stato un risultato netto, chiaro, superiore alle aspettative e alle previsioni di tutti i commentatori e opinionisti – ha detto il capo del governo durante la conferenza stampa di ieri sera a Palazzo Chigi –. Ha perso chi ha voluto la conta a tutti i costi. È stato un referendum che si poteva evitare. È stato inutile buttare via 300 milioni di euro per questo referendum, quando la prima cosa che viene chiesta alle Regioni è di abbattere le code per la sanità. Con quella cifra avremmo potuto acquistare 350 nuove carrozze per il trasporto pendolare».

«Comunque – ha continuato – ho sofferto la scelta di non andare a votare, ma era il modo migliore per ottenere il risultato». Poi però ha promesso: «Ora dobbiamo lavorare tutti insieme, dalla stessa parte, e fare dell’Italia il Paese più verde d’Europa».

Il quorum non è stato quindi raggiunto: al referendum sulle trivellazioni hanno votato solo il 32% degli elettori, circa un italiano su tre. Ancora più basso il dato nella Bergamasca. La consultazione non è valida. Inutile quindi la probabile maggioranza dei sì (molto alta, intorno al 76% a un quarto delle schede scrutinate) che uscirà dallo spoglio partito ieri sera subito dopo la chiusura dei seggi, alle 23. Il mancato quorum cristallizza quindi la situazione a com’era in precedenza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA