Rezza (Iss): il virus è ancora lì fuori
«Fase2: tornare a valutare zone rosse»

Le «zone rosse torneranno a essere una delle misure importanti quando non ci sarà più il lockdown del Paese» ha chiarito l’epidemiologo dell’Istituto superiore della sanità.

«Vediamo che c’è trend di decrescita nel numero dei casi se presentati per data di comparsa dei sintomi, ma il virus non sta scomparendo. Spesso si parla di nuovi contagi, ma si tratta in realtà di vecchie notifiche. Adesso è importante considerare comparsa dei sintomi» ha detto l’epidemiologo Giovanni Rezza, dell’Istituto Superiore di Sanità (Iss), nella conferenza stampa organizzata dall’Istituto nella giornata di venerdì 17 aprile. Non c’è nessun picco nella curva dell’epidemia, ha chiarito Rezza: «Si è trattato di un picco artificioso», generato dal lockdown, ha detto l’epidemiologo.

Nella fase 2 sarà importante rafforzare soprattutto il controllo del territorio con l’identificazione rapida dei focolai, test, rintraccio e isolamento dei contatti e azioni di contenimento ed eventuale creazione di zone rosse. Le «zone rosse torneranno ad essere una delle misure importanti quando non ci sarà più il lockdown del Paese» ha chiarito Rezza.

«Stiamo assistendo a una diminuzione della trasmissione ma probabilmente il virus continuerà a circolare anche se a più bassa intensità» ha spiegato l’esperto dell’Iss. C’è una «decrescita nel numero dei casi se considerati per data di comparsa dei sintomi e ciò trova riscontro nei modelli matematici», ha aggiunto.

«Va presa in considerazione la possibilità che la mobilità della popolazione sia un fattore di rischio laddove ci siano grandi differenze nella circolazione virale nei territori» ha detto poi Rezza rispondendo in conferenza stampa alla domanda se i cittadini lombardi debbano muoversi per ultimi dal loro territorio. Comunque, ha detto, «conviene sempre fare dei provvedimenti a livello nazionale».

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