Rissa di mercoledì in piazzale Alpini
Scarcerati i tre marocchini arrestati

«Non abbiamo rubato niente, anzi, siamo noi le vittime». Questo il senso delle dichiarazioni che i tre ragazzi marocchini, arrestati in seguito alla rissa di mercoledì 6 luglio in piazzale Alpini, hanno reso davanti al gip Bianca Maria Bianchi.

Durante l’interrogatorio nel carcere di via Gleno, assistiti dall’avvocato Stefano Gozo, i tre giovani hanno dato la loro versione dei fatti, diametralmente opposta rispetto a quanto affermato dalla presunta vittima di rapina (gli avrebbero preso un borsello con il telefonino e due orologi). Il giudice, convalidando l’arresto, non ha disposto misure cautelari e ha ordinato l’immediata liberazione dei tre.

I marocchini arrestati nei giorni scorsi dalla polizia sono M.H., nato nel 1992, il coetaneo A.S., e M.C., di due anni più giovane. Interrogati separatamente, hanno fornito la stessa versione. A detta loro, mentre due erano seduti nel piazzale, uno si è spostato per prendere qualcosa da bere. M.H. ha posato il portafoglio e il telefonino a fianco a sé, e dopo che si sono avvicinati alcuni senegalesi si è accorto che gli mancava il telefonino. Si è diretto verso di loro chiedendo che gli fosse restituito ma è stato aggredito da un gruppo di 5-6 persone. L’amico si è alzato per cercare di dividerli. Nella ressa, il primo ha perso il portafoglio mentre l’altro avrebbe ricevuto un colpo con una catena di ferro. Mentre si rialzava, l’amico ha cercato di inseguire chi credeva avesse preso le sue cose ma è stato bloccato da un nigeriano (che poi ha dichiarato di essere stato rapinato). Il nigeriano ha denunciato il furto di telefonino, borsello e due orologi. I marocchini invece hanno rilevato come, all’arrivo dei poliziotti, non avessero alcuna refurtiva con loro.

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