Ristorante in casa?
Si potrà, ma con alcune regole

La legge sugli home restaurant approvata dalla Camera ora passerà al Senato. Massimo di 500 clienti all’anno, tutto tracciato digitalmente e massimo incasso di 5mila euro. Ecco tutti i paletti.

Sì dell’Aula della Camera alla disciplina dell’attività di ristorazione in abitazione privata. Il testo, approvato a Montecitorio con 326 voti a favore, 23 contrari (i gruppi Lega e Cor) e 27 astenuti, passa dunque al Senato. Massimo 500 «clienti» all’anno, guadagno non superiore ai 5000 euro, prenotazioni e pagamenti solo digitali: le nuove norme fissano paletti molto rigidi. E secondo i fan del social eating possono affossare il settore. Una legge per disciplinare gli home restaurant, cioè l’attività di ristorazione in abitazioni private: cene per pochi coperti, prenotazioni sul web e regole ai minimi termini. Finora. Perché nei giorni scorsi la Camera ha approvato il testo di un ddl che mira a disciplinare questo fenomeno in crescita, sull’onda del successo della sharing economy. Secondo uno studio del Centro studi turistici per Fiepet Confesercenti, nel 2014 gli home restaurant hanno fatturato 7,2 milioni di euro in Italia. Settemila cuochi ‘social’, 37mila eventi di social eating, una partecipazione di circa 300mila persone e un incasso medio a sera di 194 euro. Il testo, nato da una proposta del Movimento 5 Stelle, fissa nuovi paletti con l’obiettivo dichiarato di evitare fenomeni di concorrenza sleale nei confronti dei ristoratori tradizionali e operatori del social eating e scongiurare che i partecipanti corrano pericoli per la salute. Esigenze che, inevitabilmente, si scontrano con il rischio che troppi limiti e burocrazia affossino un settore in crescita, che consente a molti italiani di arrotondare le entrate mensili. Queste le ragioni alla base di chi critica il testo della legge e spera in un cambio di rotta nel passaggio al Senato.

Prima di tutto, come detto, viene stabilito che l’attività di home restaurant si avvalga di piattaforme tecnologiche che possano prevedere commissioni sul compenso di servizi erogati. Per questo, pagamenti e prenotazioni dovranno avvenire esclusivamente attraverso piattaforme online che tracceranno tutto, per scongiurare il pericolo di evasione fiscale. Inoltre viene fissato un tetto giornaliero di coperti: al massimo 10 e i compensi non potranno superare i 5.000 euro all’anno. Se questa soglia verrà superata, scatterà l’obbligo di dotarsi di partita Iva e di iscrizione all’Inps. Altri vincoli imposti agli home restaurant sono la location, che non potrà essere la stessa che ospita già un B&B o una casa vacanze, e che dovrà essere assicurata per la responsabilità civile verso terzi, e l’obbligo di assicurare chi cucina. I padroni di casa dovranno inoltre verificare che le loro abitazioni possiedano i requisiti igienico-sanitari previsti dalle leggi e dai regolamenti vigenti. Per questa ragione, per avviare l’attività occorrerà inviare al proprio comune la segnalazione certificante l’inizio di essa, e a copertura degli eventuali danni relativi dovrà essere stipulata una polizza per la responsabilità civile verso terzi.

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