Ristoranti, la guida del «Gambero Rosso»
L'eccellenza bergamasca è «Da Vittorio»

Massimo riconoscimento (le Tre Forchette) per la famiglia Cerea. Tra i locali al top anche il «Lido 84» di Gardone Riviera (Brescia), che vanta lo chef bergamasco Riccardo Camanini.

È un’Italia da degustare passo passo – da nord a sud con belle novità a Roma, Milano, nel Bresciano, in Campania e in Sicilia – quella delineata dalla guida «Ristoranti d’Italia 2020 del Gambero Rosso» che, alla trentesima edizione, racconta come siano lievitate la qualità dell’offerta e la cultura del servizio di sala e dell’accoglienza. Per la Bergamasca una conferma di eccellenza, con il massimo riconoscimento (le Tre Forchette) al ristorante «Da Vittorio» di Brusaporto della famiglia Cerea, recentemente insignita anche della Stella Michelin per il ristorante aperto di recente a Shanghai.

Una cucina cambiata molto in tre decenni. E che oggi, secondo il visionario Pino Cuttaia, «meriterebbe di essere raccontata in un museo di arte contemporanea». Tuttavia, ha lamentato Niko Romito, «all’estero ci vengono riconosciuti convivialità e servizio informale ma conoscono solo una parte della nostra cucina, spesso ferma agli anni Ottanta. Dobbiamo comunicare la cucina contemporanea». Non a caso al vertice della guida tre chef-imprenditori: l’abruzzese Niko Romito, con 96 punti, del ristorante «Reale» a Castel di Sangro (L’Aquila), che condivide il podio con illustri inseguitori a 95 punti: Massimo Bottura con «Osteria Francescana» a Modena e Heinz Beck de «La Pergola» dell’hotel «Rome Cavalieri», a Roma. Massimo riconoscimento già raggiunto da «Le Calandre» a Rubano (Padova), «Piazza Duomo» ad Alba (Cuneo), «Uliassi» a Senigallia (Ancona), «Don Alfonso 1890» a Massa Lubrense (Napoli), «Enoteca Pinchiorri» a Firenze, Antonino Cannavacciuolo con «Villa Crespi» di Orta San Giulio a Novara, «Cracco» a Milano, «Duomo» a Ragusa, «Madonnina del Pescatore» a Senigallia (Ancona), «Il Pagliaccio» a Roma, «Quattro Passi» a Massa Lubrense (Napoli), «Seta del Mandarin Oriental» Milano, «Saint Hubertus» dell’hotel «Rosa Alpina» a San Cassiano (Bolzano), «Torre del Saracino» a Vico Equense (Napoli), «La Trota» a Rivodutri (Rieti), «Da Vittorio» a Brusaporto (Bergamo), «Enrico Bartolini Mudec Restaurant» a Milano, «Berton» a Milano, «D’O» a Cornaredo (Milano), «Pascucci al Porticciolo» a Fiumicino (Roma), «Dal Pescatore» a Canneto sull’Oglio a Mantova, «Casa Vissani» a Baschi (Terni), «Agli Amici dal 1887» a Udine, «Da Caino» a Montemerano (Grosseto), «Taverna Estia» a Brusciano (Napoli), «Idylio by Apreda» del «The Pantheon Iconic Rome Hotel» a Roma, «Laite» a Sappada (Udine), «Lido 84» a Gardone Riviera (Brescia), che vanta lo chef bergamasco Riccardo Camanini, «Lorenzo» a Forte dei Marmi (Lucca), «La Madia» a Licata (Agrigento), «Miramonti l’Altro» a Concesio (Brescia) e «La Peca» a Lonigo (Vicenza).

Tra i premi speciali «Ciccio Sultano del Duomo» a Ragusa è il «Ristoratore dell’anno» e «Impronta» a Bassano del Grappa (Vicenza) è la «Novità dell’Anno». Ha il volto giovane di Edvige Simoncelli di «Idylio by Apreda» il «pastry chef dell’anno». Lo chef marchigiano Moreno Cedroni ottiene il premio «Innovazione in cucina». Debuttano in guida le cucine degli agriturismo. «I nostri premiati – ha concluso il presidente di Gambero Rosso, Paolo Cuccia – possiedono tutte le qualità: ricerca attenta alla biodiversità, tecnologie, organizzazione economica, comunicazione e promozione nella rivoluzione digitale in corso e il ruolo fondamentale della formazione settoriale e manageriale».

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