Sabato presidio dei lavoratori Italcementi
L’appello: «Aiuti per i ricollocamenti»

I lavoratori Italcementi si danno appuntamento in piazza Dante a Bergamo, sabato 23 aprile (dalle 16 alle 19), per un nuovo presidio. Questa volta a fare da sfondo alla protesta sarà la Fiera dei librai e non più il quartier generale dell’azienda in via Camozzi. L’obiettivo resta lo stesso: tenere alta l’attenzione rispetto agli esuberi dichiarati da HeidelbergCement.

Ed è con il riferimento agli esuberi che inizia la lettera che i lavoratori Italcementi hanno indirizzato ai media: «415 tagli, 415 esuberi, 415 lavoratori che, con le loro famiglie, non hanno più un futuro certo. Altri 250 lavoratori delle cementerie e dei centri di macinazione diffusi in tutta Italia rischiano il posto di lavoro». Ricordando che da quando è stato annunciato il passaggio di mano di Italcementi al colosso tedesco (era luglio dell’anno scorso) «sono state messe in atto molte azioni di pressing nei confronti del governo e di HeildebergCement per ridurre l’impatto sociale su di noi e sul territorio bergamasco, azioni che – confidiamo - abbiano esito positivo».

Il tono della (lunga) lettera è amareggiato, considerando che su tutto c’è la paura di perdere il posto di lavoro (in totale in via Camozzi lavorano 629 persone). «Ci auguriamo che Carlo Pesenti, in questa fase, si faccia ispirare dai principi di equità e pari dignità sottoscritti da lui stesso nelle Politiche di sviluppo sostenibile. Equità e pari dignità non significano dare molto a chi ha già molto e quasi niente a chi ha poco, ma significherebbe, in concreto, sostenere tutti i lavoratori in esubero con le stesse modalità di buonuscita e con valide azioni volte al ricollocamento. Ci sembra una richiesta coerente con gli impegni di responsabilità sociale e comportamento etico aziendale, molto spesso ascoltati e letti in Italcementi».

E di nuovo si fa riferimento all’azionista qualche riga più in là: «Se solo lo volesse, potrebbe decidere di accogliere questa richiesta molto prima che subentri HeidelbergCement, invece di “scaricare” sulla società tedesca l’onere delle trattative sindacali. Fondamentali sono gli aiuti per trovare una ricollocazione che consenta la continuità professionale del lavoratore attraverso l’attuazione delle politiche attive, ma, essendo di questi tempi gli esiti realisticamente molto incerti, un aiuto economico potrebbe dare una risposta alle preoccupazioni delle nostre famiglie».

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