Sagre sopravvissute: al via lunedì 15
Mascherine e distanziamento d’obbligo

Sì alla sagre: con un’ordinanza firmata venerdì 12 giugno, Regione Lombardia autorizza la ripresa delle sagre estive dal 15 giugno, insieme a cinema, teatri, sale giochi, centri estivi per bambini e adolescenti.

Per la Bergamasca si profilava - almeno fino a ieri - un’estate in sordina. Orfana delle tipiche feste all’aria aperta, fatte di piatti di plastica stracolmi di polenta, formaggio fuso e salamelle.

L’apertura della Regione

Il Pirellone ha invece concesso il nullaosta alle sagre, a patto che si rispettino alcune regole ben precise. Fra le altre, va rispettato il divieto di assembramento, bisogna garantire la distanza di un metro fra i partecipanti («ad eccezione dei componenti dello stesso nucleo familiare o conviventi o per le persone che in base alle disposizioni vigenti non siano soggette al distanziamento interpersonale» recitano le linee guida regionali), è necessario che partecipanti e organizzatori indossino mascherine e abbiano accesso a gel igenizzanti per le mani e, infine, vanno posizionati cartelli (in italiano e inglese) che informino circa le norme da rispettare.

Un nullaosta che, seppur limitato da regole ferree, fa tirare un mezzo sospiro di sollievo alla Bergamasca: secondo Ascom, nella nostra provincia, ogni estate si organizzano «una media di quattro feste per paese (il totale fa 976), della durata media di otto giorni che complessivamente fanno 7.808 giornate di attività, per un fatturato di circa 20,9 milioni di euro».

Insomma, un mercato non da poco che - prima del nullaosta - sembrava destinato a scomparire, almeno per i prossimi mesi. Con un effetto non irrilevante sulla beneficenza: raccogliendo fondi per associazioni di volontariato o primo soccorso, ogni anno le sagre portano infatti liquidità nelle casse di molti enti del terzo settore.

La beneficenza interrotta

Basti pensare che solo la Croce Rossa di Bergamo stimava di perdere nell’estate senza sagre qualcosa come 130mila euro. Ora bisognerà capire se gli organizzatori delle feste, inclusi quelli che già avevano annunciato il forfait, riusciranno a rimettere in moto la macchina dell’organizzazione per tempo. Anche perché l’elenco dei «rinunciatari» è piuttosto fornito: ad avere già cancellato l’appuntamento qualche settimana fa i promotori della sagra delle sardine (Tavernola Bergamasca), della sagra della bufala (Cologno al Serio), di Vall’Alta medievale, della Festa in Rocca (Urgnano), e della sagra della taragna (Branzi), giusto per citarne alcuni.

Sport e centro estivi

Senza contare che l’Ana di Bergamo era stata costretta a disporre la cancellazione di tutte le feste degli alpini (oltre una trentina in tutta estate), e - come l’Ana - anche enti, associazioni, parrocchie e Comuni avevano già dato appuntamento al 2021. «Il via libera anche all’organizzazione delle sagre è un primo segnale importante per la ripresa degli eventi a “grandi numeri”, importante soprattutto sotto il profilo sociale. Il mio impegno sarà ora di riprendere un progetto di legge che dia la giusta misura e tenga conto degli interessi sia di chi organizza le sagre, che del mondo della ristorazione, in modo che gli interessi sociale ed economico non vadano in contrasto tra loro», spiega il consigliere regionale Paolo Franco a commento della nuova «fase» che si apre con l’ordinanza emessa ieri.

E proprio a proposito di ordinanza - nella quale, peraltro, si ribadisce l’obbligo di indossare la mascherina anche all’aperto - il nullaosta non riguarda solo le sagre: dal 15 giugno possono partire anche i centri estivi, per cui è sufficiente la comunicazione dell’avvio a Comuni e Ats, così come cinema, teatri, sale giochi. Non solo. In Lombardia tornano ad essere consentiti gli eventi e le competizioni sportive senza pubblico, ad eccezione delle discipline «di contatto», per le quali occorrerà aspettare fino al 25 giugno.

© RIPRODUZIONE RISERVATA