Saldi al via da venerdì a Bergamo
Il budget? 143 a testa e 331 a famiglia

I negozi riaprono dopo la feste del 1° gennaio, ma c’è anche chi in questi giorni fa l’inventario perchè da venerdì si parte con i saldi.

Il 2018 parte con gli sconti di fine stagione. Entrosabato scattano in tutta Italia i saldi invernali, appuntamento particolarmente atteso dai consumatori, ma anche dalle imprese, che sperano di rifarsi dopo l’ennesimo anno difficile. Apre la Basilicata, segue la Valle d’Aosta e poi venerdì gran parte delle regioni, Lombardia compresa, avviano le vendite scontate. Quasi un consumatore su due è già pronto a partecipare ai saldi, che quest’anno partono da subito con riduzioni dei prezzi più alte della media.

A tracciare il profilo dei prossimi saldi è la Confesercenti, che in un’indagine con Swg, stima una partecipazione particolarmente elevata di negozianti e consumatori. Gli sconti, si stima, saranno applicati da circa 280 mila attività commerciali (ovvero uno su tre degli oltre 800 mila negozi italiani), inclusa praticamente la totalità dei negozi di moda e di tessili.

Inoltre, circa un italiano su due (il 47%) approfitterà dell’occasione per fare almeno un acquisto; un altro 41% valuterà le occasioni di risparmio prima di decidere se acquistare o meno. L’aumento di interesse dei consumatori viene confermato anche dalle intenzioni di spesa: chi ha già deciso di acquistare prevede in media un budget di 150 euro a persona, e l’86% si dice pronto a spendere come o più dello scorso anno.

Quest’anno, inoltre, sarà particolarmente alto lo sconto medio di partenza: il 56% dei negozi partirà con il 30%, mentre il resto praticherà riduzioni iniziali comprese tra il 40 ed il 50%. «Un’occasione di risparmio per i consumatori, ma anche di vendita per le imprese, che cercano l’inversione di tendenza dopo l’ennesimo anno fiacco», spiega il presidente di Fismo Confesercenti, Roberto Manzoni, ricordando che «anche le vendite di Natale, seppure positive, sono state sotto le attese» e che «nel 2017 sono spariti altri 2.400 negozi di moda, più di 6 al giorno».

Questi saldi saranno invece un «ennesimo flop» per il Codacons, secondo il quale solo il 40% degli italiani conta di approfittarne per fare qualche acquisto e che il budget dedicato agli affari di fine stagione si ridurrà a una media di 168 euro a famiglia, cioè il 7% in meno rispetto allo scorso anno.

Per quanto riguarda Bergamo, la stima, euro più euro meno, è in linea con il resto d’Italia: spenderanno mediamente come nell’anno precedente. Secondo le previsioni dell’Ufficio Studi di Confcommercio ogni famiglia, in occasione dei saldi invernali 2017, avrà a disposizione un budget medio di 331 euro per l’acquisto di capi d’abbigliamento, calzature ed accessori per un valore complessivo, a livello nazionale, di 5,2 miliardi di euro. Il budget stimato a persona è di 143 euro.

Nella nostra provincia è stato un dicembre positivo dal punto di vista dei consumi, in una stagione partita in ritardo dopo un autunno caldo per le condizioni meteo: stando alle rilevazioni di Ascom le vendite nel settore dell’abbigliamento, rispetto a Natale 2016, hanno avuto un incremento del 10% in media. La campagna dei ribassi è attesa comunque dagli operatori come una boccata d’ossigeno, nonostante il crescente ricorso a promozioni, vendite private e la concorrenza sempre più decisa dell’e-commerce. «Ci auguriamo che il ponte lungo dell’Epifania incentivi lo shopping e favorisca una partenza positiva delle vendite di fine stagione, dato che l’avvio dei saldi è sempre decisivo per stabilirne la fortuna- sottolinea Paolo Malvestiti, presidente Ascom-. Ma speriamo che non si esaurisca tutto in una fiammata di pochi giorni: contiamo in almeno due settimane di shopping».

Le occasioni non mancano: «L’offerta di prodotti tra cui scegliere e’ ampia - continua Malvestiti-. Le temperature rigide e la neve sui monti ci aspettiamo che incentivino l’acquisto d’occasione di capispalla, giacconi e calzature pesanti, dagli anfibi sempre di moda, agli stivali in montone. Buone le previsioni di acquisto anche per i negozi di articoli sportivi, per capi tecnici e attrezzature da sci».

Non saranno, come il clima d’austerity impone, acquisti di impulso: di questi tempi lo shopping è sempre più meditato: «I consumatori sono sempre più preparati e gli acquisti sono attentamente ponderati - continua il presidente Ascom -. A differenza degli ultimi anni però l’attenzione non è solo al prezzo, ma alla qualità e si percepisce una maggiore propensione all’acquisto e fiducia. Le principali case di moda hanno diversificato l’assortimento con capi e accessori ad un prezzo più abbordabile, senza rinunciare a qualità e griffe».

La speranza di molti commercianti è nel rientro dei bergamaschi dalle ferie: «La città si è svuotata dopo Natale, complici le nevicate sui monti- sottolinea Diego Pedrali, presidente del Gruppo Abbigliamento e Articoli sportivi Ascom- . Contiamo in un rientro dalle ferie per un buon avvio dei saldi, attesi non solo dai consumatori ma dagli esercenti che, in una giungla di sconti e svendite sottobanco, hanno la certezza di muoversi in un contesto di norme definite. Purtroppo in queste settimane non sono mancati sconti e svendite in barba alla legge regionale».

Per Renato Borghi, presidente di Federazione Moda Italia e vice presidente di Confcommercio la buona notizia è l’incremento di due punti della fiducia dei consumatori: «Un ingrediente, questo, imprescindibile, oltre al potere di acquisto degli italiani, per sostenere i consumi in questo periodo dei saldi di fine stagione. La spesa per gli acquisti in saldo per valore sarà leggermente inferiore a quella dell’anno scorso, ma in linea con il momento. Il vero vantaggio sarà per i consumatori non vedere i prezzi dei negozi, dal primo gennaio, con l’Iva al 25%. Il Governo ha fatto bene ad ascoltarci, sterilizzando le clausole di salvaguardia, ma se vogliamo veramente uscire dal tunnel, occorre un maggior sforzo, coraggio e determinazione per ridurre la pressione fiscale, ancora troppo elevata per imprese e famiglie».

E per chi le avesse dimenticate ecco le regole dei saldi
1.Cambi: la possibilità di cambiare il capo dopo che lo si è acquistato è generalmente lasciata alla discrezionalità del negoziante, a meno che il prodotto non sia danneggiato o non conforme (art. 1519 ter cod. civile introdotto da D.L.vo n. 24/2002). In questo caso scatta l’obbligo per il negoziante della riparazione o della sostituzione del capo e, nel caso ciò risulti impossibile, la riduzione o la restituzione del prezzo pagato. Il compratore è però tenuto a denunciare il vizio del capo entro due mesi dalla data della scoperta del difetto.
2. Prova dei capi: non c’è obbligo. E’ rimesso alla discrezionalità del negoziante.
3. Pagamenti: le carte di credito devono essere accettate da parte del negoziante qualora sia esposto nel punto vendita l’adesivo che attesta la relativa convenzione. Inoltre è previsto l’obbligo di accettazione dei pagamenti tramite bancomat e carte di credito sopra i 30 euro.
4. Prodotti in vendita: i capi che vengono proposti in saldo devono avere carattere stagionale o di moda ed essere suscettibili di notevole deprezzamento se non venduti entro un certo periodo di tempo. Tuttavia nulla vieta di porre in vendita anche capi appartenenti non alla stagione in corso.
5. Indicazione del prezzo: obbligo del negoziante di indicare il prezzo iniziale di vendita e lo sconto in percentuale, è facoltà, ma consigliabile, indicare anche il prezzo di vendita ribassato, mentre è vietato indicare qualsiasi altro prezzo.
Le violazioni alla norma sulle vendite straordinarie saranno punite con sanzioni amministrative da 500 a 3.000 euro, secondo la legge regionale 9/2009.

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