«Santa Lucia, fa’ guarire il mio bimbo»
Lettera di speranza di un giovane papà

«Con tutto il cuore chiedo il tuo aiuto, cara Santa Lucia. Ti prego, fai guarire mio figlio. Grazie». L’ha scritta in stampatello, quest’uomo di 40 anni, la sua letterina. Forse perché è la grafia dei semplici, forse perché scrivono così anche i bambini più piccoli, quelli che più credono all’incanto di questa notte.

Il suo, di bimbo, ha tre anni e mezzo, passati per lo più tra ospedali e pronto soccorso: è cardiopatico, alimentato da un sondino e mercoledì dovrà sottoporsi a un nuovo intervento. Per questo Juri ha preso carta e penna e ha buttato giù una ventina di righe che oscillano tra l’anamnesi e la supplica. Poi è sceso da Albino, ha imboccato via XX Settembre, snobbato le vetrine cariche di luci e regali, e s’è infilato nella chiesa della Beata Vergine dello Spasimo in questi giorni presa d’assalto da genitori e piccini. Lui era da solo, un po’ a disagio. S’è fatto largo tra i figli degli altri e, pensando al suo, ha infilato la letterina nella fessura della cassetta delle offerte, perché si capisse che era differente dalle altre migliaia del mucchio lì sotto. Sulla busta c’era scritto: «Malato al cuore, leggetela per favore».

«Sì, spero che lì in chiesa la leggano e che dicano Messa per il mio Mattia», confida Juri. Non c’è richiesta di regali (che comunque arriveranno), non c’è traccia di Paw Patrol, automobiline e altri desideri di plastica: queste venti righe sono la storia di un bimbo con gravi problemi di salute e di un padre che ha molti indirizzi da spendere per la sua speranza. Dopo tutto, è in arrivo la notte dell’incredulità sospesa, in cui si è legittimati a far venire a galla i sogni.

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