Scuola, 500 in pensione a fine anno
«Situazione ancora più precaria»

Saranno quasi 500 i pensionamenti del mondo della scuola che avranno effetto alla fine dell’anno scolastico in corso. E se nel resto d’Italia si registra una vera e propria fuga dalla scuola, la Bergamasca è in controtendenza, con dati del tutto simili a quelli degli anni precedenti.

«I posti che si libereranno – spiega il dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale, Patrizia Graziani – saranno liberi e vacanti, e verranno utilizzati per le nuove immissioni in ruolo e gli spostamenti. Il numero dei pensionamenti è il linea con quanto abbiamo registrato negli scorsi anni ed è proporzionato rispetto al personale in servizio: si tratta di coloro che hanno maturato il diritto. C’è anche qualche “quota donna” ma si tratta di pochi casi in totale». Secondo la dirigente il prossimo anno questi pensionamenti verranno assorbiti completamente con nuove assunzioni: «Si tratta di posti che vengono messi a concorso. È un percorso naturale, e in questo modo si rinnova anche il parco docenti».

Nel dettaglio, il prossimo anno andranno in pensione 382 insegnanti e 95 Ata (assistenti tecnici amministrativi). Nello specifico, i 95 Ata sono 32 assistenti amministrativi, 2 assistenti tecnici, 50 collaboratori scolastici, 1 cuoco e 10 Dsga (i direttori dei servizi generali e amministrativi). Per quanto riguarda gli insegnanti, invece, saluteranno le classi 34 maestri della scuola d’infanzia, 141 maestri della scuola elementare, 106 professori della scuola secondaria di primo grado e 101 della secondaria di secondo grado. Lasceranno le cattedre 23 insegnanti di italiano, 17 di tecnologia e 25 di matematica, solo per fare qualche esempio sulla scuola media.

Sindacati divisi sul significato dei numeri. «Al di là dei numeri – sottolinea Salvo Inglima, di Cisl Scuola – i pensionamenti peggiorano la situazione già precaria in cui si trova la scuola».

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