Servizi igienici in casa, allarme Onu
Nel mondo senza 6 persone su 10

Quattro miliardi e mezzo di persone non sanno cosa significa avere una stanza da bagno. Di questi, 892 milioni non hanno altra possibilità che gli spazi aperti. Un serio problema per l’igiene e un pericolo per le bambine e le donne di alcuni Paesi perché appartarsi significa rischiare di essere rapite o abusate sessualmente. Il 19 novembre istituita la giornata mondiale della toilette.

Non è facile pensarlo per noi, nati e cresciuti in Paesi in cui da anni si vive nelle comodità, ma oltre il 60% della popolazione mondiale fa quotidianamente i conti con la mancanza di servizi igienici in casa. Ciò vuol dire che 4,5 miliardi di persone nel mondo, secondo i dati dell’Onu, non sanno cosa significa avere una stanza da bagno. Di questi, 892 milioni non hanno altra possibilità che gli spazi aperti.

Oltre a costituire un serio problema per l’igiene, appartarsi in luoghi isolati, all’aperto, è molto pericoloso per le bambine e le donne in alcune regioni del mondo perché significa rischiare di essere rapite o abusate sessualmente. Gli effetti della mancanza di toilette hanno un impatto devastante anche sulla salute pubblica, le condizioni di vita e di lavoro, la nutrizione, l’economia e l’educazione. Basti pensare che, secondo i dati diffusi dalle Nazioni Unite, 900 milioni di studenti non hanno a disposizione lavandini per lavarsi le mani e una scuola su cinque nel mondo non dispone di toilette. È un problema grave specialmente per le ragazze durante il periodo delle mestruazioni, al punto che molte di loro iniziano a saltare giorni di scuola quando entrano nella pubertà. Accade, per esempio, al 95% delle adolescenti del Ghana, quelle del Malawi perdono media di otto giorni di scuola in un anno, il 51% delle adolescenti etiopi perde da uno a quattro giorni e in Uganda la percentuale arriva al 61%.

Per sensibilizzare sui problemi che derivano da questa situazione l’Onu ha scelto di istituire per il 19 novembre una Giornata internazionale della toilette. Si parla spesso di questioni di acqua e più in generale di igiene, ma mai di toilette perché molti Stati la considerano una questione legata alla sfera privata e non attuano piani nazionali. Invece, come sottolinea l’Onu, «le toilette salvano la vita perché impediscono il diffondersi di malattie».

È emblematica la storia del piccolo villaggio nepalese di Majhi, 104 abitanti, nella regione povera di Terai. Qui non avere in casa la toilette è un’abitudine antica, tanto che molti abitanti pensano che ciò faccia parte della loro cultura e continuano a utilizzare spazi aperti, vicini ai luoghi in cui si allevano gli animali o nel lago da cui provengono i pesci di cui si nutrono. A causa di questa situazione sono ormai troppi i bambini morti per dissenteria e altre malattie dovute a carenza di igiene. Ciononostante, quando il governo nepalese ha deciso di impegnarsi in una campagna di sensibilizzazione per l’uso delle toilette, gli abitanti del villaggio si sono detti contrari; ha fatto loro cambiare idea solo il lavoro porta a porta di gruppi di volontari, che hanno informato la popolazione sui rischi che la mancata igiene provoca alla salute. Ci sono voluti mesi, ma le prime toilette sono state costruite.

Dunque la Giornata mondiale della toilette vuole sollecitare gli Stati, specie in Africa e in India, a prendere provvedimenti per affrontare la sfida della crisi sanitaria globale che vede 1,8 miliardi di persone bere acqua non depurata da possibili contaminazioni fecali e l’80% dell’acqua utilizzata in attività umane tornare nell’eco sistema senza essere stata trattata e depurata.

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