Servizi sociali, fondi tagliati del 70%
I sindaci in piazza per protesta

Sabato 25 marzo il presidio davanti alla Prefettura. Per i Comuni bergamaschi si passa da 4,5 a 1,4 milioni. A rischio i servizi per minori, anziani e disabili

Indosseranno la fascia tricolore e scenderanno in piazza, per protestare contro il taglio sul fondo nazionale per le politiche sociali, pari al 70 per cento. Una misura che non permetterebbe ai sindaci di rispondere ai bisogni della popolazione. Di quella fascia debole composta da minori non accompagnati, disabili, anziani. È per loro che i sindaci e gli amministratori della provincia alzeranno la voce, sabato 25 marzo alle 11, davanti alla Prefettura, ente che rappresenta più da vicino lo Stato. La conferenza Stato-Regioni ha stabilito che il fondo nazionale per le politiche sociali verrà ridotto, come detto, del 70% circa: si passerà infatti, a livello nazionale, dai 311 milioni di euro stanziati nel 2016 ai 99 milioni previsti per il 2017. Nella nostra provincia si passerà da 4,5 milioni di euro a 1,4 milioni. Per fare un esempio, Bergamo, Comune capoluogo, anziché 560.51 ne riceverà 178.434.

Dura la presa di posizione di Maria Carolina Marchesi, presidente del Consiglio dei sindaci Ats (ex Asl) e assessore alla Coesione sociale del Comune di Bergamo: «Per i Comuni le ricadute sono devastanti. Il Consiglio di rappresentanza dei sindaci, i presidenti delle assemblee dei sindaci dei Distretti e degli Ambiti distrettuali, hanno espresso completa contrarietà al provvedimento che avrà fortissime ricadute su alcuni servizi essenziali per i cittadini più fragili, mettendo a rischio tutta la rete dei servizi sociali». Parliamo di inserimento dei minori non accompagnati nelle comunità, dell’assistenza domiciliare per gli anziani, dei centri diurni per i disabili. Servizi che i Comuni, con le proprie forze, non sono in grado di garantire.

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