Si rafforza la sicurezza in ospedale
Più telecamere al Papa Giovanni

Dopo i recenti episodi di violenza su medici e infermieri, al Bolognini in arrivo un servizio di vigilanza. A Bergamo, invece, era già stato approntato un progetto di aumentare la videosorveglianza.

Pazienti che arrivano ad alzare la voce perché intolleranti nell’aspettare il loro turno e incapaci di comprendere il sistema di assegnazione dei codici dal più grave (rosso) al meno grave (bianco). Al triage e nella sala d’aspetto finiscono con l’aggredire verbalmente infermieri e medici per poter essere visitati il prima possibile. Situazioni che nella maggior parte dei casi si risolvono con tanta tensione e fortunatamente nessuna conseguenza. In altre circostanze, fortunatamente più rare, oltre ad alzare la voce arrivano anche ad alzare le mani. Intemperanze di pazienti che si scagliano fisicamente contro il personale dei Pronto soccorso, procurando talvolta ferite e lesioni, come avvenuto a Seriate dove nei giorni scorsi un 38enne ha preso a calci e pugni un medico e tre infermieri. Ed è per questo che proprio qui, al Bolognini, nei prossimi giorni entrerà in servizio una guardia non armata. Un primo passo per tutelare sia il personale medico-infermieristico che gli utenti del Pronto soccorso. Secondo i dipendenti degli ospedali bergamaschi, da alcuni anni, si sta assistendo infatti a un progressivo, anche se fortunatamente ancora limitato numericamente, imbarbarimento dell’utenza. Un fenomeno che ha portato le strutture ospedaliere a mettere il tema sicurezza sul tavolo delle priorità.

Al Papa Giovanni XXIII, dove gli accessi annuali superano le 100 mila unità, ogni giorno sono operative le guardie giurate armate. Lavorano «H24», come si dice in gergo, presidiando tutto l’ospedale. Sono operativi, quindi giorno e notte, tra Hospital Street, torri e corridoi, concentrandosi in modo specifico nella zona del pronto soccorso dalla sera, quando i reparti vengono chiusi. Oltre a ciò è attivo un sistema antipanico a cui gli operatori possono ricorrere in caso di emergenza: basta pigiare un tasto e scatta l’allerta alla centrale operativa della sorveglianza che invia sul posto una guardia. In caso di attivazione l’allarme arriva anche in choc room così da permettere al personale di intervenire. Altri pulsanti come questi sono previsti a breve anche nei box del pronto soccorso generale (al pediatrico ci sono già, ndr). E ancora, al Papa Giovanni sono installate delle telecamere per la videosorveglianza, un impianto per il quale è in corso un intervento di potenziamento. Per quanto riguarda, invece, l’ospedale di San Giovanni Bianco, di competenza sempre dell’Asst Papa Giovanni, anche qui c’è la videosorveglianza e in caso di necessità medici e infermieri ricorrono all’intervento dei carabinieri.

Dall’azienda socio sanitaria Bergamo Ovest dipendono i presidi di Treviglio e Romano: il primo pronto soccorso può contare nel fine settimana sulla presenza della vigilanza non armata, mentre per il secondo, poiché non sono state mai registrate particolari criticità grazie anche al numero più contenuto di accessi, non è stato necessario potenziare la sorveglianza. Infine, a Seriate a seguito dell’episodio avvenuto tra domenica e lunedì, è in arrivo già dalle prossime ore una guardia non armata. Una decisione presa dalla direzione che ha incontrato la soddisfazione dei sindacati. L’Asst Bergamo Ovest, che organizza anche corsi di formazione sulla sicurezza, si è immediatamente attivata per far fronte a una situazione critica. Nessuna particolare segnalazione, invece, per i presidi periferici. Alla sicurezza dei pronto soccorso si aggiunge quella delle sedi delle guardie mediche. Nei distretti, dove solitamente operano più medici, i pazienti hanno accesso solo dietro chiamata al citofono, una sorta di prefiltro che tutela gli operatori. A Borgo Palazzo c’è anche un’ulteriore protezione essendo presente un servizio di portineria.

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