Sindacati contro le aperture a Pasqua
«Le feste sono preziose per tutti»

Il caso era già scoppiato a Natale, con le proteste di sindacati e lavoratori. Mancano pochi giorni a Pasqua e torna la protesta sulle aperture di alcuni centri commerciali.

«Le domeniche e le feste comandate sono preziose per tutti». Così, oggi, Mario Colleoni, segretario generale della FILCAMS-CGIL di Bergamo, interviene sul lavoro festivo in vista delle giornate di Pasqua e Pasquetta. «Le domeniche sono preziose anche per commesse, cassiere e magazzinieri. Il Decreto Monti, che secondo i suoi sostenitori avrebbe dovuto far crescere l’economia del nostro Paese, non solo non ha generato alcuna esplosione del PIL, né ha creato buona occupazione , ma ha semplicemente spalmato su sette giorni, anziché sei, le vendite con il semplice risultato di aumentare i costi e organizzare turni di lavoro assolutamente insostenibili, irrazionali e difficilmente conciliabili per migliaia di lavoratrici e lavoratori».

Ancora una volta, sottolinea Colleoni, «anziché lavorare sullo sviluppo della domanda interna in modo poco lungimirante si lavora solo sull’offerta, mentre, ad esempio paesi come Germania e Austria hanno già fatto marcia indietro contrastando le aperture indiscriminate e lavorando, invece, su politiche dedite a far crescere la domanda interna con una reale politica salariale. La realtà ci dice che il Decreto Monti ha, di fatto, consentito alla grande distribuzione di conquistare quote di mercato a scapito dei piccoli e medi esercenti, non facendo però crescere il sistema nel suo complesso».

«Ci teniamo, comunque, a ricordare che la disponibilità al lavoro festivo è una scelta libera e autonoma, così come affermato da recenti sentenze, secondo cui il datore di lavoro non può imporre ai dipendenti di lavorare durante le giornate festive, definendo illegittime le eventuali sanzioni disciplinari comminate in funzione del rifiuto, a patto che non sia stato dato preventivamente un assenso da parte dello stesso lavoratore». «Riteniamo opportuno ripartire da un modello differente, che preveda chiusure certe nei giorni festivi, magari, prevedendo una contrattazione fra associazioni di categoria, comuni e regioni. Oggi riteniamo utile sollecitare tutti i parlamentari neo eletti affinché si impegnino a modificare questo vergognoso decreto, che in questi anni ha messo in discussione la tranquillità di molte famiglie e parte delle libertà individuali. Qualora non ci fosse una seria presa di posizione in materia, sarà presa in considerazione la possibilità di varare una legge d’iniziativa popolare con 50.000 firme certificate oppure con un referendum abrogativo» conclude Colleoni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA