Smog, Legambiente: nulla per anni
Tavolo dell’area critica e azioni concrete

Il coordinamento bergamasco dei circoli Legambiente, a causa del perdurare della gravissima situazione di inquinamento atmosferico che mette a rischio la salute dei cittadini, pone alle Istituzioni tutte e ai cittadini le seguenti considerazioni.

1. Nella provincia di Bergamo è pianificata un’autostrada di dubbia utilità che attraversa e ricade «interamente» all’interno dell’area critica. Bel modo di combattere la qualità dell’aria. Tale opera assorbe l’esorbitante ammontare di oltre 300 milioni di euro. Pensate cosa si potrebbe fare se solamente il 30% di quella cifra fosse investito per rendere efficiente il trasporto pubblico, le mobilità dolce, il percorsi ciclabili, il car pooling e il car sharing…

2.L’asse ferroviario Bergamo-Treviglio, con le sue fermate intermedie dovrebbe diventare la struttura metropolitana portante dell’area critica. Invece a 16 anni dalla sua progettazione nulla è stato fatto per mettere questo tratto in rete con gli altri servizi pubblici su gomma. I sindaci, a parte criticare Gori per i suoi provvedimenti palliativi, nonchè la provincia di Bergamo non sembrano intenzionati ad affrontare il tema in modo sistematico.

3. L’impiego dei tram-treni di Teb a doppia alimentazione, che consentirebbero di pianificare collegamenti fino a Treviglio/Nuovo Ospedale/Fiera, unitamente al potenziamento dell’Albano Ponte, rimangono nel libro delle buone intenzioni. Vengono utilizzati ad ogni convegno per il consueto rito collettivo del «siamo tutti d’accordo», poi gli investimenti che contano vanno altrove, nelle grandi infrastrutture autostradali.

4. Forse il più importante: Nel 1973 L’Enel, il primo ente in Italia a realizzare una rete di monitoraggio della qualità dell’aria, pubblicò uno studio in cui affermava che in pianura padana, considerato lo scarso ricambio d’aria, era necessaria una particolare attenzione al consumo di suolo (in quanto l’eccessiva urbanizzazione peggiorava pesantemente la qualità dell’aria). Basta vedere la pianificazione urbanistica in provincia di Bergamo per capire quanta attenzione si pone a quest’aspetto. Settimana scorsa è stata approvata dalla provincia una variante al Ptcp che consentirà ai comuni di consumare circa mezzo milione di mq in più, oltre ai normali piani di governo comunali.

5. Infine la posizione tenuta da alcuni sindaci lo scorso 14 dicembre nella conferenza di servizi sul progetto Italcementi, un’azienda che è responsabile del 30% delle emissioni di NOx al netto del traffico auto veicolare, quando sappiamo tutti che gli ossidi di azoto sono i precursori delle polveri sottili (soprattutto in inverno). Nessuno è in grado d’imporre a quest’azienda l’impiego delle migliori tecnologie disponibili che permetterebbero di dimezzare le emissioni, come per altro già realizzato in un analogo stabilimento in Lombardia. Ovviamente in questo caso la pratica andrebbe estesa a tutte le Aia (autorizzazioni ambientali integrate) in corso nell’area critica.

Riteniamo inaccettabile la mancanza di azioni concrete per fronteggiare l’emergenza smog da parte dei Comuni dell’area critica. Le misure del Comune di Bergamo appaiono poco più che simboliche mentre gli altri Comuni tacciono o si oppongono preventivamente a qualsiasi misura. Chiediamo, dopo mesi di latitanza, che si riunisca il Tavolo dell’area critica e si mettano da subito in campo misure sulla falsariga di Milano. Chiediamo che si programmi un piano di misure strutturali su traffico ed energia. Da parte nostra siamo disponibili a dare il nostro contributo a tutte le iniziative che concretamente vadano in tale direzione.

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