Stati generali della scuola digitale
Il ministro: «Bergamo, lezione per tutti noi»

Il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina interviene agli Stati generali della scuola digitale promossi dal Comune. «In futuro didattica digitale sarà in classe».

«Ho voluto essere presente a Bergamo in occasione della riapertura delle scuole, per gli esami di Stato, all’istituto Quarenghi. Ho avuto modo di ringraziare la comunità scolastica, ho potuto incontrare il personale e gli studenti e le studentesse che non si erano fatti prendere dallo sconforto, non si sono scoraggiati, sono andati avanti, hanno dato una lezione a tutti noi». È quanto ha ricordato, dicendosi «emozionata», il ministro dell’Istruzione Lucia Azzolina, in collegamento con gli Stati generali della scuola digitale 2020 organizzati on line dal Comune di Bergamo nella giornata di venerdì 27 novembre.

Bergamo «è una città che ha mostrato molta resilienza, e che rappresenta un luogo simbolo dal punto di vista storico, che ha avuto la forza di rimettersi in piedi con una dignità incredibile, affrontando il dolore della perdita di tanti cittadini. Penso che possiate essere considerati esempio», il messaggio di Azzolina.

«Sulla scuola digitale abbiamo investito più di 400 milioni in questi mesi, abbiamo acquistato più di 400 mila device e abbiamo portato la connessione dove era possibile farlo, ma tanto ancora deve essere fatto. C’è un gap storico da recuperare e per questo serve uno sforzo gigantesco per accelerare. Dalla crisi che stiamo vivendo, dobbiamo necessariamente far fiorire opportunità» ha proseguito il ministro entrando nel merito degli Stati Generali.

«In Italia sulla scuola non si è mai investito troppo, anzi, molto spesso si è tagliato. Oggi per fortuna la scuola è al centro di un dibattito sano, perché è stato proprio il coronavirus a far capire a tutto il Paese quanto la scuola sia importante», ha evidenziato Azzolina. «Paradossalmente - ha aggiunto - questo momento difficile è stato un motore di accelerazione enorme per la scuola perché in questi mesi è stato fatto quello che purtroppo non si era potuto fare. Adesso dobbiamo farne tesoro, affinché dall’emergenza possa nascere una scuola migliore e più digitale».

«Oggi si parla di scuola a distanza ma domani la didattica digitale dovrà essere fatta in classe, perché il ventunesimo secolo vuole anche questo e perché i nostri giovani parlano anche quella lingua» ha proseguito nella conferenza online.

Per Azzolina, «la didattica digitale potrà essere un modo per arricchire le lezioni, abbattere le barriere degli alunni più fragili e con difficoltà di apprendimento e - per quanto riguarda l’amministrazione - alleggerire il più possibile il peso enorme della burocrazia».

«La scuola - ha concluso il ministro - deve volgere lo sguardo al futuro e lo deve fare anche la politica, che non può pensare di lavorare per l’hic et nunc. L’emergenza coronavirus deve portarci a ragionare sulla scuola che vogliamo».

«Sarebbe bello che Bergamo potesse concorrere a una sperimentazione» della scuola ma bisognerebbe che il ministro dell’Istruzione «avesse voglia di provare a fare un test e voglia di provare a prendere un territorio e fare delle cose» nuove»: è la replica del sindaco Giorgio Gori candidando la città di Bergamo a luogo di sperimentazione di progetti innovativi in campo scolastico.

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