Super lavoro per i pediatri
«Troppi allarmi ingiustificati»

Greco: «Tanti consulti impropri per patologie estranee al Covid». Tassinari: «Fondamentale evitare che si affollino gli ambulatori medici»

Cautela, prudenza. Fin troppa, a volte, se ogni malessere innesca la paura del Covid, sino alla corsa al tampone: cadere nel panico e nell’allarmismo spesso è dietro l’angolo. Dal 14 settembre, con la riapertura delle scuole, il lavoro di pediatri e medici di base (riferimento per i ragazzi sopra i 14 anni, la platea delle scuole superiori) conosce ritmi ancor più serrati. Consulti, pareri, visite. La buona notizia è che il picco di contagi da Sars-CoV-2 al momento non s’è verificato, a Bergamo.

«Qual è il polso della situazione? Noi vediamo la patologia normale che tradizionalmente si vede in questo periodo, con qualche sporadico caso di positività al virus», è l’inquadramento generale che fornisce Luigi Greco, pediatra, componente del consiglio dell’Ordine dei medici di Bergamo. Su quei contagi tra i bambini, però, c’è una precisazione: «Sono contagi che maturano prevalentemente in famiglia, non a scuola», sottolinea Greco. Il lavoro quotidiano dei pediatri s’è fatto sempre più elevato: «Stiamo subendo una sorta di panico che porta a consulti impropri per patologie che nulla c’entrano col Covid, che solitamente venivano gestite a domicilio e che ora stanno allarmando in maniera non giustificata, perché dal nostro punto di vista siamo ancora in una fase a bassa circolazione virale, non epidemica. Le patologie davvero diffuse sono quelle respiratorie non legate al Covid, oppure quelle gastrointestinali, normali in questo periodo dell’anno».

Le rigide procedure per evitare ogni possibile contagio a scuola hanno riflessi inevitabili sulla possibile accentuazione di ogni sintomo: «Si crea anche un’ansia parentale, a volte legata a richieste improprie che arrivano dalle scuole, con una interpretazione prudenziale delle normative: la riammissione a scuola con certificato del pediatra deve esserci solo in casi di sospetto Covid – rimarca Greco -. Negli altri casi, indipendentemente dai giorni di assenza, non serve il certificato. Occorre un invito alla prudenza, alla chiarezza, all’uso del buonsenso. Per di più, certe richieste portano via tempo e attenzioni ai bambini con patologie che necessitano davvero di un consulto». Sullo sfondo, poi, c’è l’incognita delle influenze di stagione: «Terremo ancor di più gli occhi aperti – conclude Greco -. Speriamo che la campagna vaccinale antinfluenzale parta nei tempi giusti, con le dosi giuste per i bambini dai sei mesi ai sei anni».

Per i medici di famiglia, il fronte-scuole è doppio. Ci sono i lavoratori, personale docente e non docente, ma anche gli studenti, dai 14 anni in su, l’ampia platea delle scuole superiori. «Il sistema dei tamponi dedicati alle scuole mi sembra valido, permette di avere il risultato in una giornata o poco più – è il punto di vista di Mirko Tassinari, segretario bergamasco della Fimmg -. Proprio per questo, abbiamo proposto ad Ats l’estensione di questo percorso anche ad altre categorie. Certo, alcuni correttivi vanno messi in atto, per esempio non può esserci l’“autoprescrizione” da parte dei pazienti, così come va ancora perfezionato qualche dettaglio più tecnico o burocratico, dai portali in cui il medico deve inserire la segnalazione della malattia sino alla corretta interpretazione della necessità del certificato per il ritorno a scuola. Non tutti quelli che stanno a casa da scuola devono portare il certificato: forse si è creato un eccessivo allarmismo, con situazioni in cui i ragazzi sono stati allontanati da scuola e invitati al tampone anche di fronte a situazioni che non avevano alcun legame col Covid, dal virus intestinale al mal di testa. Peraltro, è fondamentale evitare che si affollino anche gli ambulatori medici, per prevenire contagi di qualsiasi tipo».

L’obiettivo è scremare i casi davvero sospetti da quelli poco attinenti al Sars-CoV-2: «Un maggiore raccordo permetterebbe di creare un filtro migliore, anzi necessario – sottolinea Tassinari -, soprattutto quando si andrà incontro al periodo delle influenze stagionali. Siamo ancora in una fase di assestamento: servono molta cautela e prudenza».

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