Super monoclonali contro le varianti. Baldanti: «Sono più efficaci»

Fausto Baldanti dirige il laboratorio di biologia molecolare del San Matteo, che collabora alla ricerca. Lo studio è stato pubblicato su Nature.

Non c’è solo il fronte vaccini. Contro il Covid-19, ospedali e ricercatori di tutto il mondo stanno sperimentando cure in grado di scongiurare le forme più severe della malattia. Un grande passo avanti in questo senso sembra arrivare dalla recente messa a punto di un anticorpo monoclonale di nuova generazione, in grado di proteggere dalle varianti di Sars-CoV-2.

A svilupparlo un team di ricercatori del Vecchio continente, finanziati dalla Commissione europea, che ha recentemente illustrato sulla rivista scientifica «Nature» i dettagli del proprio lavoro. Fra gli ospedali partecipanti al progetto anche la Fondazione Irccs Policlinico San Matteo di Pavia, centro di riferimento per la Bergamasca (anche) per il sequenziamento dei tamponi: Fausto Baldanti ne guida il laboratorio di Virologia molecolare.

Professore, di anticorpi monoclonali approvati in Italia ce ne sono già. Perché quello appena messo a punto rappresenta un’importante scoperta?

«Perché parliamo di uno strumento di nuova generazione. Mi spiego meglio: il tallone d’Achille degli anticorpi monoclonali “classici” è rappresentato dal fatto che riconoscono e colpiscono la proteina spike soltanto in un punto. Ma se quel punto della proteina è mutato, come in alcune varianti, l’anticorpo perde di efficacia. Ecco, quello appena messo a punto riconosce e colpisce la spike in due punti diversi ed è dunque in grado di proteggere dalle varianti di Sars-CoV-2, inclusa quella inglese».

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