Tentato omicidio del figlio di 22 mesi
Custodia in luogo di cura per la mamma

Il gip: niente carcere per la donna, la giovane mamma che ha tentato di accoltellare il suo bambino di 22 mesi. Disposta la perizia psichiatrica in incidente probatorio.

A breve la perizia, ma per ora «deve pensare a curarsi», aveva detto l’avvocato Eugenio Sarai, difensore della giovane donna che sabato scorso, in un momento di disperato blackout, ha ferito con tre colpi di coltello il suo bambino di 22 mesi prima di colpire se stessa per farla finita. Le cure subito, ha deciso il gip Bianca Maria Bianchi, accogliendo la richiesta di custodia cautelare formulata dal pm Gianluigi Dettori ma disponendo che la custodia avvenga in luogo di cura. Dunque niente carcere per la donna, ma permanenza per ora al Papa Giovanni, dove era stata ricoverata sabato sera, sotto choc, dopo essere stata trovata dai carabinieri di Treviglio coperta di sangue, il suo e quello del bimbo che teneva in braccio, in auto, colpito con il coltello appena comprato al supermercato.

Per questo la donna è accusata di tentato omicidio (aggravato) ma la bolla nera di disperazione e fragilità che avvolge questa vicenda non si è dissolta dopo l’interrogatorio in ospedale. «Non so perché l’ho fatto, ero in palla, non ricordo, dov’è il mio bambino, voglio il mio bambino», ha detto la ragazza rispondendo in lacrime alle domande del giudice e del pm, piangendo, raccontando il dolore dei mesi precedenti e degli istanti successivi al raptus.

Per verificare se e quanto la donna fosse in grado di capire quello che stava facendo il giudice ha disposto la perizia psichiatrica (in incidente probatorio, a garanzia della difesa) che dovrebbe essere eseguita nei prossimi giorni dopo la nomina del perito. Il giudice vuole capire se ci sia stata un’incapacità totale o parziale d’intendere e volere da parte della giovane mamma, risvegliatasi da quella sorta di trance quando ha visto il bimbo impallidire e l’ha sentito piangere. Allora ha cercato di precipitarsi all’ospedale, mentre gli amici preoccupati continuavano a farle squillare il cellulare. Una serie di chiamate a vuoto, prima di ricevere finalmente una risposta. Quelle telefonate hanno salvato mamma e bimbo, che per ora è stato affidato ai nonni in attesa della decisione del Tribunale dei Minori.

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