Terremoto giudiziario in Fiera
Vertice venerdì per garantire la continuità

Bufera in Promoberg: sette indagati, arrestato il direttore. I legali: «Chiariremo l’estraneità dei nostri assistiti». Venerdì un incontro fra istituzioni per definire il futuro dell’ente.

Terremoto nella sede Promoberg all’interno della Fiera di via Lunga dopo il blitz della Guardia di finanza di mercoledì 3 luglio e l’accusa di peculato – appropriazione indebita di 140 mila euro per falsi rimborsi – per Stefano Cristini, direttore della Promoberg Ente Fiera, finito ai domiciliari. Misure interdettive per il segretario generale Luigi Trigona e il presidente del Collegio dei sindaci Mauro Bagini, sospesi dagli incarichi. Tra i 7 indagati il presidente Ivan Rodeschini e gli altri membri del collegio sindacale Gianfranco Ceruti e Pierluigi Cocco, oltre all’impiegato amministrativo Diego Locatelli. «Chiariremo l’estraneità ai fatti dei nostri assistiti» dicono i legali.

Tutto sarebbe partito dal ritrovamento casuale di note spese intestate a dipendenti ignari. La segnalazione è arrivata al sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, membro del Cda di Promoberg, che si è presentato in Procura per riferire. Da lì è iniziata l’inchiesta. Su «L’Eco di Bergamo» di giovedì 4 luglio tre pagine di approfondimento.

Ora ci si chiede cosa succederà alla Fiera: la Bergamo economica non può permettersi di perdere il suo patrimonio fieristico che oggi vede in carnet ben 18 eventi annui. È convocato per venerdì 5 luglio un primo «summit» in largo Belotti (sono invitati il sindaco di Bergamo Giorgio Gori e il presidente della Provincia Gianfranco Gafforelli oltre a una rappresentanza del mondo delle associazioni) per fare il punto della situazione e contribuire a individuare una soluzione in grado di portare avanti nel breve-medio termine l’operatività di Promoberg.

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