Terrorismo jihadista: blitz in Lombardia
Sei arresti, anche una coppia con bimbi

Volevano partire per la jihad nei territori di guerra siro-iracheni portando i due figli di 2 e 4 anni: una coppia di presunti estremisti islamici, residenti nella provincia di Lecco, è stata arrestata in una operazione congiunta Ros-Digos, nell’ambito della quale sono state emesse sei ordinanze di custodia cautelare.

Dalle prime ore di questa mattina, in diverse province della Lombardia e del Piemonte, è in corso una vasta operazione antiterrorismo nei confronti di 6 estremisti islamici destinatari di ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Milano. L’accusa, per tutti, è di «partecipazione ad associazione con finalità di terrorismo internazionale». L’operazione è coordinata dalla Procura distrettuale di Milano d’intesa con la Procura Nazionale Antimafia e Antiterrorismo: per ora non si hanno notizie di persone coinvolte nella Bergamasca.

Oltre alla coppia di presunti estremisti che volevano andare nei territori di guerra siro-iracheni, tra i sei destinatari dell’ordinanza ci sono anche Alice Brignoli, italiana di 39 anni, che ha cambiato il nome in Aisha dopo la conversione all’Islam, e il marito 31enne Mohamed Koraich, nato in Marocco. Il caso della coppia, che risiedeva a Bulciago (Lecco), sparita dal febbraio 2015 assieme ai figli e che si sospetta abbia raggiunto i territori siriano-iracheni per unirsi alle milizie dell’Isis, era già emerso nelle scorse settimane. I due sono tuttora latitanti, mentre tra gli arrestati nell’operazione, coordinata dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dai pm Enrico Pavone e Francesco Cajani, figura anche la sorella di Koraichi. Destinatario della misura restrittiva anche un marocchino di 23 anni, residente in provincia di Varese: il giovane, fratello di un foreign fighter espulso dall’Italia nel gennaio 2015 con un provvedimento emesso dal ministro dell’Interno per motivi di terrorismo, si sarebbe dovuto unire alla coppia lecchese in partenza.

I tre erano in contatto con altri due coniugi già residenti in provincia di Lecco, partiti verso la regione siro-irachena nel febbraio 2015, anch’essi raggiunti dal provvedimento cautelare così come una loro parente, che si è adoperata per mettere in contatto questi ultimi con gli aspiranti combattenti. L’operazione è stata condotta congiuntamente dalle Digos di Lecco, Varese, Milano - supportate dal Servizio Centrale Antiterrorismo della Dcpp/Ucigos - e dal Ros dei Carabinieri, coadiuvato dai Comandi dell’Arma territoriali.

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