Torna la Capanna de L’Eco di Bergamo
Tradizione e solidarietà sul Sentierone

Nella mattinata di mercoledì 25 novembre al via l’allestimento della tradizionale Capanna de L’Eco di Bergamo.

La storica Capanna de L’Eco di Bergamo, allestita dal 1951 ogni anno sul Sentierone nel periodo delle feste, diffonde lo spirito natalizio in tutta la città. Un ricordo d’infanzia che accomuna bergamaschi più e meno giovani, nel segno della solidarietà e dello stupore del Natale. Non poteva dunque mancare in questo anno così difficile per Bergamo in particolare e per tutto il mondo duramente colpito dalla pandemia di Covid-19. Nella mattinata di mercoledì 25 novembre sono iniziati i primi lavori di allestimento in piazza Vittorio Veneto della capanna di legno che sarà ultimata in vista del finesettimana.

Voluta da monsignor Andrea Spada, lo storico direttore de «L’Eco di Bergamo», per aiutare i bambini più bisognosi, non è mai venuta meno a questa sua missione di diffondere la solidarietà. Se all’inizio degli anni Cinquanta bisognava pensare ai molti orfani di guerra italiani, poi si è passati a sostenere i bambini della Bolivia, dove, dal 1962, è presente la missione diocesana bergamasca.

L’allestimento della Capanna di Natale è sempre in evoluzione: ospita dapprima Santa Lucia, poi i cantori che annunciano il Natale e il presepe vero e proprio, con Maria, Giuseppe e Gesù Bambino, raggiunti infine dai Magi, che arrivano per l’Epifania. Occorrono circa tre giorni per conferire forma e colore a questo emblema natalizio bergamasco, dal montaggio della struttura, al posizionamento delle luci, alla collocazione delle statue all’interno. Immancabile, accanto alla Capanna, il salvadanaio d’epoca, che raccoglie le offerte per «I bambini più soli». Solo nel primo anno di installazione, come riporta il giornale del tempo, venne raccolta la consistente somma di 330 mila lire. La Capanna, in questi anni, ha raccontato molte storie di vicinanza, grazie alle molte letterine lasciate sia dai bambini, sia dagli adulti. È stata anche oggetto di vicissitudini turbolente e amare, come quando fu bruciata da un incendio nel dicembre del 1974. Un atto vandalico, che la ridusse in un mucchio di cenere. Ma la Capanna di Natale è sempre tornata al suo posto: «Ricostruiremo la Capanna, dovessimo rifarla ogni anno», scriveva don Spada all’indomani del rogo.

Fin dall’inizio, la Capanna di Natale è stata il frutto degli sforzi condivisi di un’intera comunità: dal pittore Arturo Bonfanti, che la disegnò, alla Guardia forestale, che procurò il legname, poi lavorato dalla falegnameria del Patronato San Vincenzo, fino alle diverse ditte che contribuirono al montaggio e agli impianti. E anche quest’anno non mancherà di riservarci qualche sorpresa.

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