Treni e fermate a Treviglio Ovest
I pendolari bergamaschi fanno chiarezza

«In queste ultime settimane abbiamo letto moltissimo sulla questione collegata alle fermate a Treviglio Ovest di quattro treni di fascia di punta della direttrice Milano-Bergamo via Pioltello. Alcune cose corrette e condivisibili, altre assolutamente inesatte e patetiche». Inizia così la lettera del Comitato Pendolari Bergamaschi che vogliono così fare luce «sulle motivazioni del nostro dissenso e, al tempo stesso, esprimere la nostra più viva intenzione alla collaborazione e all’incontro».

«La questione della fermata Treviglio Ovest nasce quasi dieci anni fa, quando a seguito del quadruplicamento del tratto Treviglio-Milano e all’inaugurazione di due linee suburbane in partenza da Treviglio per Varese e Novara attraverso Milano, le istituzioni allora in carica si incontrarono in Regione e delinearono il nuovo piano di trasporto ferroviario locale per il Quadrante Est (Brescia, Bergamo, Cremona). A differenza di quanto scritto e dichiarato su molti giornali, il nostro comitato non prese parte a questi incontri e in alcun modo ebbe un ruolo nella decisione di eliminare la Ovest tra le fermate della Milano-Bergamo».

«Anche solo pensarlo assegna un ruolo - e di fatto un potere - a un comitato di volontari e lavoratori pendolari che è sinceramente assurdo e quanto mai fantasioso - continuano dal Comitato -. Nell’ottica di velocizzazione della tratta Milano-Bergamo e a seguito dell’aumento esponenziale di servizio per la città di Treviglio, fu presa questa decisione da parte delle istituzioni locali di allora e di Regione Lombardia, RFI e Trenord. Decisione motivata da uno dei principi ispiratori della gestione del Servizio Ferroviario Regionale che punta ad avere due tipologie di treni separate per le diverse esigenze dei viaggiatori. Da un lato, treni veloci per le località più lontane dalla città di Milano (come Bergamo), a scapito di capillarità e frequenza. Dall’altro lato, treni che effettuino più fermate e che siano più frequenti per le località più prossime a Milano (come Treviglio), come una sorta di metropolitana ferroviaria».

«Nulla fu condiviso con il nostro comitato che venne a sapere della riorganizzazione a cose fatte. Attorno a questa decisione il “sistema di trasporto” che gravitava e gravita su Bergamo (ricordiamo: oltre 10 milioni di transiti annui, tra le stazioni provinciali più trafficate d’Italia) fu riorganizzato, tenendo quindi conto degli orari di arrivo e di partenza dei treni, finalmente cadenzato e organizzato in maniera simmetrica. Per non addetti ai lavori: i treni partono e arrivano sempre allo stesso minuto di ogni ora, garantendo, sia all’andata che al ritorno, le coincidenze con altri treni e con altri mezzi di trasporto. Interscambi e intermodalità con bus, tram delle Valli, treni da Bergamo per Brescia furono costruiti in offerta e in sincronia agli arrivi e alle partenze organizzate in questo schema».

Il comunicato prosegue: «Aggiungiamo che i treni della Milano-Bergamo erano composti da 7 vetture doppio piano fino ad allora e che, con l’eliminazione della stazione di Treviglio Ovest tra le fermate, Trenord ottimizzò il materiale offerto con una composizione massima di 6 vetture doppio piano per tutti i convogli, ancora oggi in vigore».

Fatte queste premesse, il Comitato Pendolari Bergamaschi tiene a ricordare che in data 10 maggio scorso Regione Lombardia ha incontrato i comitati coinvolti nel servizio del Quadrante Est e che «le fermate sui treni regionali delle 6,32 e delle 8,32 per Milano e delle 17,22 e 18,22 per Bergamo sono state annunciate come ancora in fase di studio e in possibile inserimento da settembre e senza modifiche ai tempi di percorrenza».

«Subito dopo il comitato viene a sapere a mezzo stampa che queste introduzioni saranno fatte in giugno e con allunghi ancora da valutare. Lareazione non poteva che essere quella di rispondere a questa mancanza totale di sincerità e attenzione rivolgendoci direttamente all’assessorato regionale di competenza. Assessorato che non ha risposto alla nostra lettera, inviata anche alla stampa locale e al Comune di Bergamo».

«La richiesta del Comune di Bergamo di prendere le nostre parti, soprattutto per ottenere chiarezza, attenzione e allerta in particolare sui tempi di percorrenza di una direttrice ancora decisamente lenta se paragonata a tratte velocizzate come la Milano-Brescia, non poteva che accogliere il nostro interesse. Da sempre, da oltre 17 anni, è prassi per il comitato collaborare e incontrare le parti istituzionali e aziendali e va da sé che il Comune della città capoluogo e polo di attrazione per migliaia di viaggiatori giornalieri è la parte principale con la quale dialogare».

«Chiaramente non siamo stupidi, sappiamo perfettamente del pericolo di “strumentalizzazione” che si cela dietro ogni collaborazione con una parte istituzionale. Ma, a dirla tutta, se vale per noi con il sindaco Giorgio Gori, allora dovrebbe valere anche per il comitato di Treviglio con il sindaco Imeri oggi e con l’allora sindaco Borghi al tempo dell’eliminazione della fermata di Treviglio Ovest sulla Bergamo – Milano».

«Crediamo quindi che queste siano questioni di lana caprina, che lasciamo ai politici e rispettiamo invece la necessità - nostra e di ogni altro comitato - di rapportarsi con le istituzioni che meglio rispondono alle proprie necessità e richieste. Ringraziamo pertanto il Comune di Bergamo per l’attenzione, ma ribadiamo che non ci basta il Comune di Bergamo. La città è solo il punto di interscambio per migliaia di viaggiatori pendolari che da Bergamo passano per partire per Milano, ma che hanno alle spalle viaggi di 20, 30, 60 minuti in bus, tram o con altri mezzi. Ogni tipo di allungamento di tempi di percorrenza su treni di punta e soprattutto su quelli del rientro serale potrebbe causare la necessità di una riorganizzazione di coincidenze e, a volte, di vite».

«Vorremmo che fosse chiaro anche a tutti i sindaci delle zone limitrofe a Bergamo e che, per una volta, siano in grado di andare oltre le differenze politiche per assicurarsi che questo non succeda, per preservare quindi quel minimo benessere - in vite già tanto difficili - dei propri cittadini obbligati a viaggiare per ore per raggiungere il proprio posto di lavoro o studio».

«Crediamo che un trasporto pubblico - ferro o gomma che sia - sia semplicemente un segnale di sviluppo e ricchezza per una comunità. Siamo pertanto pronti alla collaborazione con le parti in causa, nel pieno rispetto delle richieste e delle posizioni di tutti. Non ci sottrarremo, come invece qualcuno ha fatto, a incontri pubblici, istituzionali e amichevoli per dialogare nuovamente su queste posizioni. Restiamo però convinti che il peggioramento delle condizioni di viaggio - e per condizioni di viaggio si intendono anche coincidenze perse e affollamento - di alcuni non possa essere la risposta per il miglioramento di quelle di altri».

«A chi ci accusa, da dentro le istituzioni, di essere scarsamente rappresentativi, rispondiamo che rispettiamo le loro intenzioni di rispettare al meglio il ruolo assegnatogli da chi li ha votati e più in generale dalla comunità di riferimento. Ma che siamo sinceramente sorpresi da una presa di posizione così distante dalle consuete modalità di interazione con chi si impegna, come loro ma con modalità diverse, nel cercare di migliorare la vita dei cittadini».

«Infine, ci auguriamo davvero che questo comunicato e questo invito al dialogo siano accolti non solo dagli amici trevigliesi e dalle istituzioni della città di Treviglio e dalla Regione, ma anche e soprattutto da tanti sindaci coinvolti. Ci auguriamo che questi ultimi non si sentano esclusi pensando si tratti di una questione della città di Bergamo, poiché farebbero un grave torto a tutti quei viaggiatori che ogni mattina e ogni sera lasciano e tornano nei Comuni da loro amministrati».

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