«Tu appartieni al pianeta, salvati»
In piazzale Alpini 300 ragazzi per il clima

Qualche centinaio di giovani sono scesi in piazza nella mattinata di venerdì 9 ottobre per la manifestazione «Fridays for future». Mascherine e manifesti per sensibilizzare sull’ambiente.

Ambiente, scuola, mobilità, migrazioni e Covid-19: sono questi i temi che stanno a cuore ai giovani di «Fridays For Future» che nella mattinata di venerdì 9 ottobre sono tornati a manifestare in tutta Italia e anche a Bergamo. Circa 300 ragazzi si sono dati appuntamento in piazzale Alpini riportando ancora una volta all’attenzione della città l’importanza di occuparsi al più presto dei temi che riguardano la salvaguardia dell’ambiente e il futuro di tutti.

«Chiediamo che le misure per la ripartenza post covid - scrive il gruppo Fridays for Future di Bergamo in un comunicato - siano in linea con gli Accordi di Parigi e con la necessità di far fronte alla crisi climatica. In generale, affronteremo alcuni temi principali: energia, decarbonizzazione e demetanizzazione, rifiuti e qualità dell’aria, mobilità e trasporti, giustizia sociale». Durante la manifestazione è stato dato spazio a interventi liberi sui temi della scuola, della mobilità e dalle disuguaglianze sociali con interventi anche dei rappresentanti dello Spirito del pianeta e del movimento globale Black lives matter. «Anche noi a Bergamo - sottolinea Francesco Perini, uno degli organizzatori - abbiamo deciso di unirci alle manifestazioni nazionali che si svolgeranno in un centinaio di città. I temi che portiamo sono quelli legati al Recovery Fund perché crediamo che queste risorse saranno una delle ultime possibilità per realizzare una transizione ecologica».

Affinché l’adesione sia sicura per tutti, «Fridays for Future» si è impegnato a rispettare le disposizioni di sicurezza per la protezione contro il coronavirus: i giovani in piazzale Alpini indossano infatti in larga parte le mascherine. Per chi non può partecipare allo sciopero ma vuole comunque dare il proprio contributo si possono mandare gli interventi all’indirizzo [email protected] che verranno poi letti dagli organizzatori.

Le manifestazioni sono in corso in un centinaio di città italiane. Le azioni varieranno di città in città in modo da poter garantire ovunque la sicurezza dei partecipanti. «Siamo di nuovo in piazza. Nonostante ci troviamo in una pandemia globale, la crisi climatica non si è fermata. Anzi, continua a essere ignorata e trascurata dalle persone al potere. La crisi sanitaria - scrivono gli organizzatori - ci ha mostrato le contraddizioni dell’attuale sistema economico e sociale, e ci ha costretti ad affrontare la realtà ascoltando la scienza e trattando una situazione di emergenza come tale.

Nonostante questo, nessun governo - nemmeno quello italiano - ha iniziato ad ascoltare sul serio gli allarmi che la comunità scientifica ripete da anni. L’avviso è chiaro: rischiamo di spingerci troppo in là. Continuando a immettere CO2 in atmosfera ai livelli attuali supereremo il riscaldamento globale di 1,5°C, il limite sicuro per evitare di innescare reazioni a catena irreversibili che sconvolgerebbero la vita umana sulla Terra.

Gli incendi, gli uragani, la siccità, la distruzione dei raccolti, le alluvioni e le migrazioni stanno mietendo vittime oggi e di anno in anno rendono la vita sempre più difficile a milioni di persone in tutto il mondo. Perché tutto questo ancora non basta ai nostri politici per decidersi ad agire? Perché tocca ancora noi - ragazzi, studenti, lavoratori - scendere in strada e cercare di scuoterli? Questo decennio è cruciale: le scelte che facciamo, le politiche che adottiamo sono determinanti per il futuro della nostra e delle prossime generazioni. A partire dal 2020 la curva delle emissioni deve iniziare a calare, e per farlo è vitale avviare la transizione ecologica. Ogni paese dovrà fare la sua parte, rispettando gli Accordi di Parigi in cui ha stabilito di fare di tutto per evitare il peggio. Questa pandemia è stata - ed è ancora - una tragedia. Ma molti scienziati ed economisti parlano chiaro: le misure per la ripartenza ci possono permettere di avviare la riconversione ecologica, risollevando l’economia - creando nuovi, diversi lavori - e risolvendo allo stesso tempo molti problemi sociali del nostro paese».

Insieme a decine di esperti e associazioni, Fridays for Future ha raccolto nella campagna « Ritorno al Futuro» molte proposte concrete (https://ritornoalfuturo.org/le-proposte/) per il governo italiano. «Il tempo per evitare il collasso climatico sta per finire - affermano i giovani attivisti - ma arrendersi significa destinarci a un futuro nel caos, e non lo accettiamo. Dobbiamo affrontare la realtà e trattare la crisi climatica come una crisi». «Vogliamo che la politica dia la priorità alla sopravvivenza dell’umanità piuttosto che all’avidità di pochi. Vogliamo un’economia basata sul benessere delle persone e la tutela degli ecosistemi e non più sul PIL, un’Europa che si impegni a ripagare il suo debito con il sud del mondo. Vogliamo un Ritorno al Futuro. E per questo invitiamo tutti a mobilitarsi in prima persona».

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