Turismo nelle valli in calo
Si punta tutto sulle seconde case

Arrivi e presenze in alberghi, bed and breakfast, rifugi, ostelli, campeggi e case per vacanze: le Orobie (valli Brembana, Seriana, di Scalve e Imagna), dal 2017 al 2018, hanno fatto registrare un calo, passando da 191 a 190 mila arrivi (-0,8%) e da 512 a 490 mila presenze (-4,2%).

Con alcune differenze: crescono le presenze (arrivi per numero di pernottamenti) in Valle Imagna (da 48 a 49 mila) e diminuiscono di poche unità gli arrivi (25 mila); in Valle Seriana e di Scalve presenze in discesa da 315 a 307 mila e arrivi da 109 mila a 107 mila; in Valle Brembana si è passati da 148 mila a 134 mila presenze e arrivi in leggero aumento (57 mila).

Soggiorni più brevi

Ancora, se confrontati con anni passati: nel 2001, per esempio, in Val Brembana (dove negli 20 ultimi anni hanno chiuso una dozzina di alberghi) gli arrivi erano stati 33 mila e le presenze 146 mila, nel 2011 gli arrivi erano stati 45 mila e le presenze 140 mila. Sempre più arrivi, quindi, ma permanenze brevi, da mordi e fuggi. I numeri dell’Osservatorio provinciale, peraltro, non tengono conto evidentemente del movimento turistico (con l’indotto che ne deriva) creato dalle migliaia di seconde case delle Orobie, sicuramente tra gli elementi portanti dell’ospitalità: l’Istat, tra Valle Seriana e Brembana, ne censisce teoricamente 63 mila, a fronte delle 864 case per vacanza registrate in tutta la provincia e rientranti nei dati ufficiali.

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