Ubiale, cadde mortalmente in un burrone
Nasce un comitato: «Giustizia per Bara»

«Giustizia per Bara». Si è costituito a Bergamo un comitato «per chiedere verità e giustizia» sulla morte del 20enne Mamadou Lamine Thiam, caduto in un burrone a Ubiale nel 2017.

Gli striscioni sono appesi fuori dal Tribunale di Bergamo: «Giustizia per Bara». Si è costituito a Bergamo un comitato «per chiedere verità e giustizia, per non lasciare sola la famiglia che, essendo senegalese, non ha appoggi e parenti che possano esserle vicina» spiegano in un documento i manifestanti che mercoledì mattina 4 novembre sono in via Borfuro.
Nella giornata è infatti in programma la prima udienza per il caso della morte di Mamadou Lamine Thiam, Bara per gli amici, senegalese residente ad Almè: il ragazzo, nella sera del 22 luglio 2017, è morto a 20 anni a Ubiale Clanezzo, caduto in un burrone, dopo una fuga causata da un litigio avvenuto a una festa di paese, la Ubiale Power Sound Festival.

«La morte avvenne in circostanze che tutt’oggi rimangono poco chiare e le indagini portano all’incriminazione di tre persone - si legge nel documento del comitato - che saranno giudicate per l’aggressione che portò al triste epilogo e per omissione di soccorso». Il timore del comitato è che «la vicenda passi sotto silenzio - scrivono -. Vogliamo che la vita di Mamadou sia importante. Là dove successero i fatti, a Ubiale di Clanezzo, gli amici hanno deposto una lapide e recentemente alcuni ignoti l’hanno distrutta. Stiamo agendo in accordo con la famiglia Thiam per non lasciarla sola: vogliamo solo verità e giustizia».

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