Uccise un serpente nella cucina di casa
Chiesta l’archiviazione per Calderoli

Roberto Calderoli non fu gratuitamente crudele nell’uccisione del serpente che scoprì nella cucina di casa a Mozzo, nell’agosto 2014, postando la foto della «preda» su Facebook e scatenando la reazione degli animalisti che lo denunciarono alla magistratura.

Per questo motivo il pm Letizia Ruggeri ha chiesto al giudice l’archiviazione, ritenendo che non ricorrano le condizioni previste dalla norma del codice sull’uccisione di animali, per la quale è punito «chiunque, per crudeltà o senza necessità, cagiona la morte di un animale». Allora Calderoli scrisse che il serpente era uno degli effetti della «macumba» scatenata contro di lui dal padre dell’allora ministro Cecile Kyenge, già bersaglio polemico del vicepresidente del Senato.

Ecco il post «incriminato»

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