Un polo hi-tech e del terziario
Palafrizzoni lancia la sfida ex Reggiani

Ripresi i contatti con i proprietari dell’area. L’assessore Valesini: «Cerchiamo insieme la migliore soluzione».

In numeri stiamo parlando di 104.590 metri quadri: dopo Porta Sud è la seconda area dismessa di Bergamo per estensione. Al terzo posto del podio c’è l’ex Ote che ha però già cominciato il suo processo di riconversione. La Reggiani ha segnato la storia economica della città e anche quella sociale di un quartiere come Redona: un gigantesco buco nero parzialmente rivitalizzato dalle iniziative (estive) della movida dei giovani di Fabric.

Ma non basta e non può bastare. Lo sa bene Palafrizzoni che ha iniziato a fare il punto sul futuro dell’area con la proprietà. Anzi, le proprietà: Reggiani Macchine e Reggiani Tessile. Nomi storici dell’industria bergamasca che hanno legato le proprie fortune a quel comparto tra le vie Legrenzi, Giulio Cesare e il quartiere Finardi. E il futuro potrebbe andare ancora nella direzione del produttivo, ma diverso, più avanzato: un terziario hi-tech.

«Il confronto è iniziato e il clima è decisamente positivo» spiega l’assessore alla Riqualificazione urbana, Francesco Valesini. «C’è la massima disponibilità da parte di tutti a trovare la migliore soluzione possibile per il rilancio del comparto». Ma il vero problema è che il futuro della ex Reggiani è tutto da ripensare, a cominciare da dimensioni e (soprattutto) destinazioni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA