Una scuola su due è messa male
Ma a Bergamo no: 5° posto in Italia

La nostra provincia nella top ten del rapporto di Legambiente sullo stato di salute delle scuole italiane: il 54% necessita di manutenzione urgente.

Edifici scolastici sotto i riflettori. L’indagine annuale Ecosistema Scuola 2016, il Rapporto che ogni anno Legambiente redige per fare il punto sullo stato di salute delle scuole italiane, mette in luce una situazione a macchia di leopardo in Lombardia. Quasi tutti i Comuni capoluogo hanno partecipato allo studio, ottenendo risultati anche molto diversi dagli anni passati: nella top ten italiana rientra solo Bergamo al 5º posto (nel 2015 i dati erano incompleti); seguono nella parte più alta Brescia, che perde tre posizioni e si classifica 12ª e Sondrio 14ª; Cremona (24ª), Lecco (25ª), Mantova (29ª), Milano (32ª), Varese (33ª), Monza (35ª) e Pavia (43ª) in zona intermedia, mentre in coda chiude Como (67ª). Lodi è l’unico Comune lombardo a non inviare il questionario, in quanto commissariato. Da segnalare il salto in avanti positivo di Varese che guadagna 8 posizioni rispetto al 2015.

«La vera grande opera che necessita il nostro paese è la riqualificazione edilizia delle scuole. La nostra regione ha un patrimonio scolastico tra i più vecchi in Italia – ricorda Luca Petitto, responsabile scuole di Legambiente Lombardia – circa l’80% degli istituti è stato costruito prima del 1974, solo il 3% negli ultimi 25 anni e sono molti gli edifici che necessitano ogni anno di manutenzione urgente e sono privi di certificazioni importanti, come quella di idoneità statica e di agibilità. Le strutture sono insicure, sprecano energia e pertanto sono poco adatte ad ospitare degli studenti. Il dossier di Legambiente mostra anche esempi virtuosi che possono aiutare i comuni lombardi e il governo regionale a pianificare una progettazione degli interventi in modo intelligente. La sicurezza e la salute di studenti, insegnanti e lavoratori del mondo della scuola non vanno messe in secondo piano».

Nonostante la vetustà degli edifici, ad oggi sono state eseguite indagini diagnostiche soltanto dei solai sul 21% degli edifici (rispetto al 15% della media nazionale), ma c’è una bella fetta del patrimonio edilizio scolastico, il 55%, che necessita ancora di manutenzione urgente. A questo dato viene associato anche quello relativo alle certificazioni: poco più del 50% ha quelle di collaudo statico, di agibilità e di idoneità statica, solo il 26% quella di prevenzione incendi, tutti dati che risultano sotto la media nazionale. Malgrado la Lombardia rientri in area a rischio sismico medio, solo nel 9% degli edifici sono state eseguite le verifiche di vulnerabilità sismica. A fronte di ciò la Lombardia è una di quelle regioni che ha stanziato più fondi per la messa in sicurezza e manutenzione: basti pensare che in media per ciascun edificio sono stati stanziati 121.346 euro per la manutenzione straordinaria, una somma almeno tre volte superiore alla media nazionale.

Non meno preoccupante è il dato riguardante il rischio ambientale il 90% dei Comuni lombardi ha effettuato monitoraggi sulla presenza di amianto: nell’11% degli edifici sono stati certificati casi di presenza amianto e nell’1,5% casi sospetti, solo il 7% degli edifici hanno visto azioni di bonifica. Cremona, Lecco e Milano sono i più impegnati su questo fronte, soprattutto riguardo a coperture, pavimentazioni e tubature. Comuni impegnati anche sul fronte radon (30%), con il 2% di casi certificati e meno dell’1% in cui si sono svolte azioni di bonifica. Le situazioni di inquinamento outdoor riguardano il 9% degli edifici tra 1 e 5 km da una discarica e il 2% a meno di un km da industrie. Solo il 6% degli edifici utilizza energie rinnovabili, prevalentemente solare fotovoltaico (73%), con una piccola percentuale che proviene da impianti geotermici o pompe di calore (5%). La produzione di energia da rinnovabili copre ben il 64% dei consumi degli edifici scolastici in cui sono presenti gli impianti (49% il dato nazionale). A Bergamo, Brescia e Sondrio le scuole hanno prevalentemente impianti utili per la produzione di acqua calda, mentre a Milano abbiamo 2 scuole servite da impianti geotermici.

Sul fronte dei servizi mancano incentivi da parte dei comuni per migliorare la mobilità per recarsi a scuola: solo il 9% delle scuole lombarde usufruisce di un servizio pedibus e il 8% può contare su piste ciclabili nell’area antistante; soltanto l’1,5% degli istituti rientra in zone a traffico limitato, il 15% in zone 30 e il 24% ha attraversamenti pedonali dedicati, che possano garantire una maggior sicurezza e qualità dello spostamento casa-scuola.«In una regione che quotidianamente affronta il problema dello smog – sottolinea Luca Petitto – questi dati rimarcano ancora una volta che il mezzo privilegiato per recarsi a scuola resta l’automobile. I Comuni dovrebbero fare di più per incentivare una mobilità più sostenibile garantendo che le aree adiacenti alle scuole siano più a misura di bambino».

In Lombardia le amministrazioni investono molto in progetti educativi e in iniziative rivolte agli under 14, soprattutto Milano, Bergamo, Brescia e Cremona. Nelle mense scolastiche, prevalentemente di Varese e Bergamo, si servono pasti bio e prodotti Igp e Dop si privilegiano prodotti a Km 0, viene raccolto il cibo inutilizzato per destinarlo alle organizzazioni no profit e vengono creati bandi di appalto per il servizio mensa che richiedono la stagionalità degli alimenti. Infine, sul fronte tecnologico e dell’innovazione, la Lombardia si rivela tra le regioni più all’avanguardia: le scuole con reti wifi sono il 70% mentre meno di una su dieci presenta reti completamente cablate

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