Spostamenti tra Regioni dal 3 giugno
«Lunedì riaprono bar e parrucchieri»

Inoltre, saranno riaperte le frontiere con il resto d’Europa. Nel decreto e nel successivo Dpcm che saranno varati nelle prossime ore dal governo, è prevista la possibilità dal 3 giugno di entrare in Italia dai Paesi dell’Unione europea.

Si dal 3 giugno agli spostamenti tra le Regioni, ma già da lunedì 18 maggio ci sarà la riapertura di negozi al dettaglio, centri commerciali, bar, ristoranti, parrucchieri, estetisti e mercati non alimentari. E si potrà tornare, con le dovute precauzioni, anche nei musei, nelle biblioteche, nelle gallerie d’arte e nei siti archeologici. L’intesa, dopo l’ennesima giornata di colloqui e contrattazioni tra Governo ed Enti locali, arriva in seno alla Conferenza Stato-Regioni, presentata poi al Consiglio dei ministri nella serata di venerdì 15 maggio.

Inoltre, saranno riaperte le frontiere con il resto d’Europa. Nel decreto e nel successivo Dpcm che saranno varati nelle prossime ore dal governo, è prevista la possibilità dal 3 giugno di entrare in Italia dai Paesi dell’Unione europea, dell’area Schengen compresi Svizzera e Monaco. In pratica, per chi varcherà i confini non sarà più prevista la quarantena obbligatoria con isolamento di 14 giorni. Una misura che mira a far riprendere il flusso turistico in vista dell’estate.

«C’è stata una portentosa collaborazione istituzionale». Così si è espresso il premier, Giuseppe Conte, secondo quanto si apprende, dopo l’intesa raggiunta con le Regioni e gli Enti locali sulle nuove riaperture, da lunedì prossimo.

«Una buona notizia, il premier Conte ha recepito le linee guida delle Regioni. Un passo avanti decisivo e importante per arrivare finalmente lunedì alla riapertura di una serie di attività produttive». Lo ha dichiarato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, al termine del confronto con il Governo nella serata di venerdì 15 maggio. «Domani (sabato 16 maggio ndr) adotteremo provvedimenti che - aggiunge Fontana - garantiranno la “ripartenza” in sicurezza di ristoranti, bar, parrucchieri e altre attività in Lombardia e nel resto d’Italia. Tutti lo dovranno fare utilizzando il buon senso e rispettando le regole per garantire la salute pubblica».

Nuove regole sugli spostamenti regionali e interregionali, riapertura degli esercizi commerciali, margini di discrezionalità per le Regioni sull’applicazione dei protocolli dell’Inail per la sicurezza. Sono queste, in sintesi, le linee guida del decreto legge valido fino al 31 luglio che dovrebbe essere varato dal Consiglio dei ministri in tarda serata dopo un complesso confronto mattutino tra Regioni, premier, e i ministri Roberto Speranza (Salute) e Francesco Boccia (Affari regionali).

Ulteriori dettagli sulle nuove disposizioni saranno precisati in un Dpcm, atteso entro domenica. Da lunedì 18, quindi, è prevista la riapertura al pubblico di tutti i negozi e - salvo limitazioni adottate in relazione a specifiche aree - ci si potrà spostare liberamente all’interno della propria regione, senza obbligo di autocertificazione. Per varcare i confini e circolare su tutto il territorio nazionale, invece, bisognerà aspettare il 3 giugno, a meno che non siano esibite ragioni di comprovata necessità per gli spostamenti.

Il divieto assoluto di mobilità dalla propria abitazione, quindi, resta solo per i soggetti sottoposti a quarantena per positività al Covid-19. Alcuni governatori del Nord hanno fatto pressione per riaprire la circolazione interregionale già da lunedì 18 maggio, ma Palazzo Chigi preferisce andare per gradi (lo sblocco parte all’indomani della festività del 2 Giugno), tenendo conto dell’evoluzione dei dati epidemiologici che saranno via via acquisiti nelle prossime settimane.

Le Regioni, sotto la propria responsabilità, potrebbero adottare protocolli differenziati riguardo alle indicazioni dell’Inail (tema al centro di un ulteriore confronto pomeridiano tra i governatori per definire una linea comune), ma rispettando i principi fondamentali sul distanziamento di sicurezza nei locali commerciali e nei luoghi di lavoro. Sono inoltre previste sanzioni da 400 a 3 mila euro per chi viola le regole, con tanto di chiusure per gli esercizi commerciali fino al ripristino delle condizioni di sicurezza.

Alle Regioni spetta anche il monitoraggio dell’epidemia e l’invio quotidiano dei dati al ministero della Salute, all’Istituto superiore di sanità e al Comitato tecnico-scientifico della Protezione civile. In base a queste informazioni i governatori potranno «introdurre, anche nell’ambito delle attività economiche e produttive svolte nel territorio regionale, misure derogatorie, ampliative o restrittive». I sindaci, invece, avranno potere di chiudere temporaneamente le aree pubbliche in cui non sia possibile garantire il rispetto della distanza di sicurezza.

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