Via libera alla vendita dello stadio - Video
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Dagli anni ’20 ai progressivi ampliamenti, ai tanti progetti falliti per la costruzione di un nuovo impianto.

Lo stadio «Atleti Azzurri d’Italia» è in vendita: il bando è pronto ed è stato presentato dal Comune di Bergamo in una conferenza stampa a Palazzo Frizzoni. La pubblicazione era attesa da tempo, e la vendita consentirà il restyling del vetusto impianto che ha attraversato due secoli e segnato in modo indelebile la storia dell’Atalanta.

L’atto del bando andrà in Consiglio comunale il prossimo 20 febbraio. «Finalità di questa operazione - spiega l’assessore all’Edilizia Francesco Valesini - è soprattutto dare corso a una riqualificazione dello stadio e fare ovviamente anche cassa, dato che necessitano investimenti di carattere privato per garantire la ristrutturazione». Da qui l’alienazione dell’immobile e la base d’asta fissata è di 7 milioni e 826 mila euro, cifra definita dalla perizia effettuata sulla struttura.

Una volta assegnato il bando, «e dovremmo saperlo a fine aprile» continua Valesini, il piano attuativo dovrà essere presentato e depositato al Comune di Bergamo entro sei mesi dalla chiusura del bando ed entro sei anni dovranno essere realizzati gli interventi da chi vincerà il bando. All’interno del bando è stata fatta anche una valutazione dei lavori che sono stati effettuati nell’estate del 2015 (oltre 2 milioni ) e il loro incremento di valore dai lavori, stimato a 2 milioni e 260 mila euro.

Nel bando ci sarà la possibilità da parte del Comune di utilizzare l’impianto e il parcheggio antistante la curva Pisani: sarà previsto un contratto di convenzione con la nuova proprietà e il Comune.

Ma cominciamo da lontano con un po’ di memoria storia sulla stadio? Anche da prima. Questa fotografia di Storylab è di Roberto Brugali: mostra l’area dello stadio senza lo stadio. È il 1924, e si intuisce già il rapporto stretto, strettissimo tra il Lazzaretto e la futura struttura.

Per il momento l’area è occupata dall’ippodromo, ma quando cominceranno i lavori non mancheranno le polemiche.

l’allora vice presidente dell’Atalanta Pietro Capoferri viene accusato di megalomania per la realizzazione del progetto studiato e presentato dall’ingegner De Beni. A fine 1928 c’è l’inaugurazione di una struttura definita con un solo aggettivo: monumentale: due tribune fronteggianti, 12mila spettatori di capienza. All’inaugurazione ne arrivano 15mila

Passa la guerra e lo stadio si riscopre piccolo: nel 1949 cominciano così i lavori per il suo ampliamento, sempre sul versante delle tribune.

Ma si costruisce anche quella che poi diverrà la Sud (e dopo la Morosini), in tubolari Ceta, made in Bergamo. Guardate questa foto Wells degli anni ’50, e date anche un’occhiata alla marea di auto parcheggiate.

Passiamo agli anni ’60, quando la Sud diventa in cemento e piazzale Goisis comincia ad assumere il suo attuale stato. Ma guardate sullo sfondo della foto, verso la curva Nord ancora formato ridotto.

La Nord viene realizzata a tratti, perché a mettere i bastoni tra le ruote c’è la vecchia piscina comunale.

In questa foto di fine anni ’60 si vede la Nord ancora incompiuta.

Ci pensa il presidente dell’Atalanta Achille Bortolotti che nel giugno del 1971, dopo il vittorioso spareggio per la promozione in A conquistato a Bologna contro il Bari, mette mano al portafoglio e versa all’impresa Capelli i 100 milioni per completare l’opera.

Nota bene, lo stadio aveva anche la pista d’atletica, verrà tolta nel 1984 quando l’Atalanta tornerà in serie A con Nedo Sonetti. Al suo posto tribune metalliche che permettono di aumentare la capienza in modo significativo: al debutto con l’Inter si contano 43.640 presenze sugli spalti. Guardate questa foto, un vero e proprio «muro».

Ad inizio anni ’90 si copre la Creberg, intervento voluto dall’allora presidente. Che è pure l’attuale, Antonio Percassi.

Lo stesso che nell’estate 2015 mette mano alla tribuna coperta con una ristrutturazione radicale e un pitch view da sogno.

Il primo pezzo verso un nuovo futuro? Sarà il bando a dirlo. La sola cosa certa è che i prossimi campionati l’Atalanta li giocherà ancora in viale Giulio Cesare. E che in questi anni abbiamo visto passare progetti a pioggia di possibili nuovi stadi. Qualche esempio?

Anno 2003, il primo Atalanta Stadium (di Percassi) a Grumello del Piano.

Anno 2007, Grassobbio, versione Ruggeri.

E versione Percassi.

Che ci riprova nel 2011, vanamente, ancora a Grumello del Piano.

Per poi decidere che il Comunale s’ha da rifare, e pure molto bene.

Per la cronaca, Palafrizzoni pensò già ad un restyling nel 2006 con tanto di concorso pubblico, ma le condizioni si rivelarono impraticabili. Ecco comunque il progetto di «Stadio 2000».

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