Vigili la notte per gli incidenti? Impossibile
«E non hanno le tutele della polizia»

Botta e risposta tra i sindacati della polizia di Stato e la polizia locale di bergamo. La centro la presenza dei vigili in orario notturno per il rilievo degli incidenti. Con una precisazione: sono lavoratori che non hanno le medesime tutele.

«Il sindacato della polizia di Stato dovrebbe essere informato circa l’attuale carenza di organico della Polizia Locale, del blocco totale di assunzioni sino all’assorbimento del personale delle polizie provinciali e dell’ultimo regalo che il governo Renzi ha fatto in tema di assunzioni nell’ ultima legge di stabilità, ovvero il turn over al 25 per cento del personale cessato». Risponde così il sindacato della polizia locale di Bergamo a quanto dichiarato e pubblicato su L’Eco di Bergamo di domenica 14 febbraio.

Il sindacato Siap della polizia di Stato aveva infatti chiesto l’intervento dei vigili in servizio anche nelle ore notturne, per rilevare gli incidenti stradali. La richiesta arriva dal capo della polizia Alessandro Pansa, con una circolare inviata alcune settimane fa ai prefetti di tutta Italia e ora richiamata in una lettera che il Siap, il Sindacato italiano appartenenti polizia di Bergamo, ha scritto al prefetto Francesca Ferrandino. Nella circolare il capo della polizia richiede che «le polizie locali garantiscano, con un’ulteriore presenza sul territorio urbano nell’arco dell’intera giornata e in particolare dei fine settimana, il proprio intervento in caso di sinistro stradale».

Dalle parti di Palafrizzoni, però, questa eventualità viene ritenuta impraticabile: «Almeno fosse possibile – sottolinea il vicesindaco e assessore alla Sicurezza Sergio Gandi –, ma di fatto non è praticabile una proposta del genere, condivisibile in linea di principio. Servirebbero infatti tra i 25 e i 50 agenti in più: dove li andiamo a prendere, visto che non possiamo assumere nessuno e il turnover è bloccato? E, inoltre, abbiamo registrato una lunga trattativa sindacale per allungare l’orario di un’ora, figuriamoci tutta la notte».

Dal canto suo, il Siap ha scritto al prefetto, rilevando che il loro sindacato aveva già sollevato dieci anni fa, sempre nella Bergamasca, «la questione dell’assenza della polizia locale nella città di Bergamo nelle ore notturne». «Il Siap portò il problema sulle pagine dei quotidiani locali – aggiunge la missiva –, ricevendo l’approvazione e l’appoggio dell’assessore comunale di competenza, delle forze politiche locali in generale, oltre che delle autorità provinciali di pubblica sicurezza e dei colleghi. Nel tempo le giunte comunali sono cambiate più di una volta: prefetti e questori si sono avvicendati, ma la questione è rimasta irrisolta. Ora interviene autorevolmente con una propria circolare il capo della polizia Pansa, nel mutato scenario della pubblica sicurezza in Italia e in Europa, alla luce dei fenomeni terroristici, investendo i signori prefetti della responsabilità di attivarsi per cercare, attraverso lo strumento dei “Patti per la sicurezza”, di dare concreta applicazione al quel concetto di sussidiarietà tra Stato e enti locali, che permetterebbe alle forze di polizia di coordinare meglio la propria attività, facendo concentrare la polizia di Stato sulla sicurezza e l’ordine pubblico e la polizia locale sull’infortunistica stradale».

«Noi già attualmente rileviamo qualcosa come 1.700 incidenti l’anno e siamo operativi con la polizia locale dalle 6,45 all’1,30 dal lunedì al mercoledì e fino alle 2,30 dal giovedì alla domenica – evidenzia il vicesindaco Gandi – e dunque credo non dovremmo essere noi i destinatari di questa ipotesi, ma altri Comuni, magari più piccoli. Oggi abbiamo l’equivalente di 157 agenti a tempo pieno e siamo già in difficoltà. Mi immagino cosa significherebbe dover prevedere anche i turni notturni. Ma, in ogni caso, non ci è possibile, perché non possiamo assumere nessuno. E, sia chiaro, io sarei il primo a volere la polizia locale in servizio ventiquattr’ore su ventiquattro».

Interviene anche Alessandro Bottari, segretario provinciale Sulpm: «La richiesta è chiaramente irrealizzabile - spiega -. Ma il peccato originale circa le condizioni difficili della Polizia Locale è da ricercare molto più lontano. Il poliziotto locale nonostante abbia gli stessi doveri del poliziotto di Stato ovvero tutelare la sicurezza dei cittadini, far rispettare la legge e arrestare i delinquenti, ha però delle tutele ben diverse e da ultimo il governo Monti ha tolto alla Polizia Locale la causa di servizio e l’ equo indennizzo: se un agente di polizia locale si fa male, lo Stato lo tutela di meno».

E cita un esempio: «A Milano nel 2014 un’ agente di polizia locale donna è stata ferita in modo grave durante l’arresto di un evaso (arresto che è stato compiuto e il criminale consegnato alla giustizia), ma le è stato negato il riconoscimento delle tutele che invece le sarebbero state concesse se fosse stata della Polizia di Stato (per questo fatto gli avvocati del SULPM stanno promuovendo questione di legittimità costituzionale in una causa presso il Tribunale di Milano)».

E conclude: «La Polizia Locale, a Bergamo come in altre realtà (da ultimissimo l’ operazione della Polizia Municipale che a Rimini ha portato a 45 custodie cautelari in carcere e 101 indagati per spaccio di sostanze stupefacenti) ogni giorno supplisce in materia di Sicurezza Pubblica alle carenze di uno Stato che sappiamo bene continua a tagliare risorse anche sulle Forze di Polizia Statali, ma il modo migliore per affrontare tale difficile situazione è lottare insieme per chiedere una seria riforma del Comparto Sicurezza che dia risorse a tutti gli uomini e le donne in uniforme che rischiano la vita ogni giorno per garantire la sicurezza dei cittadini, e dia allo stesso modo pari tutele e il riconoscimento del ruolo importantissimo che svolge la Polizia Locale Italiana».

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