Lavoro: visiere, guanti e calzari al rientro
«Favorire lo smart working se possibile»

Non solo mascherine: l’Inail fornisce l’elenco dei dispositivi di protezione per i lavoratori che rientrano per la Fase 2.

L’Inail ha pubblicato il documento tecnico sulla Fase due con le misure di contenimento e prevenzione nei luoghi di lavoro. La pubblicazione, approvata dal Comitato Tecnico Scientifico istituito presso la Protezione Civile sottolinea che «vanno mappate tutte le attività, prevedendo di norma, per tutti i lavoratori che condividono spazi comuni, l’utilizzo di una mascherina chirurgica». La mascherina è «raccomandata» in ogni caso anche all’interno dei mezzi pubblici oltre al distanziamento sociale.

Ecco il documento integrale pubblicato dall’Ansa.

«L’attuale emergenza sanitaria correlata alla pandemia da SARS-CoV-2 - si legge nella prefazione firmata dal direttore generale, Giuseppe Lucibello e dal presidente, Franco Bettoni - oltre ad aver determinato una perdita insanabile di vite umane, rappresenta una situazione di emergenza globale, sociale e del lavoro. La pubblicazione, approvata dal Comitato Tecnico Scientifico (CTS) istituito presso la Protezione Civile, al quale Inail partecipa con un suo rappresentante, è composta da due parti: la prima riguarda la predisposizione di una metodologia innovativa di valutazione integrata del rischio che tiene in considerazione il rischio di venire a contatto con fonti di contagio in occasione di lavoro, di prossimità connessa ai processi lavorativi, nonché l’impatto connesso al rischio di aggregazione sociale anche verso “terzi”. La seconda parte si è focalizzata sull’adozione di misure organizzative, di prevenzione e protezione, nonché di lotta all’insorgenza di focolai epidemici, anche in considerazione di quanto già contenuto nel Protocollo stipulato tra Governo e Parti sociali il 14 marzo. L’adozione di misure graduali ed adeguate attraverso un nuovo modello organizzativo di prevenzione partecipato, consentirà - conclude la prefazione - in presenza di indicatori epidemiologici compatibili, il ritorno progressivo al lavoro, garantendo adeguati livelli di tutela della salute e sicurezza di tutti i lavoratori, nonché della popolazione».

Via libera a 62 dispositivi di protezione individuale (Dpi) su 1.700 esaminati. L’elenco è on line sul portale dell’Inail e riguarda occhiali, visiere, semimaschere, indumenti di protezione, guanti e calzari validati positivamente dall’Istituto in attuazione del decreto Cura Italia, che ha attribuito questa funzione all’Istituto in via straordinaria fino al termine dell’emergenza Covid-19, in deroga alle procedure ordinarie. La lista, spiega una nota, si riferisce esclusivamente ai dpi validati dall’Inail sulla base della documentazione trasmessa dal produttore/importatore. Alla data del 20 aprile, l’Inail, su un totale di 3.012 messaggi di posta elettronica certificata, ha processato a livello tecnico circa 1.700 pratiche, 62 delle quali sono state validate positivamente dalla task force multidisciplinare dell’Istituto, composta da circa 40 persone con diverse professionalità tecniche e amministrative. L’elenco, che sarà periodicamente aggiornato con l’inserimento dei nuovi dpi validati, per ciascun dispositivo riporta la data di validazione, la tipologia di prodotto, il nominativo del produttore e/o dell’importatore con la regione/nazione di riferimento, e un’immagine, se disponibile.

Sì allo smart working. L’Inail raccomanda l’utilizzo del lavoro a distanza dove possibile anche nella fase due come «soluzione efficace» che ha permesso la continuità dei processi lavorativi e allo stesso tempo «ha contribuito in maniera sostanziale al contenimento dell’epidemia». Lo si legge nel documento appena pubblicato dall’Inail e approvato dal Comitato tecnico scientifico sulla cosiddetta fase due dell’emergenza coronavirus. L’Inail però sottolinea la necessità di fornire assistenza nell’uso delle apparecchiature e software nonché degli strumenti di videoconferenza «incoraggiando a fare pause regolari». «In aggiunta, il management - si legge - dovrà tenere conto della necessità di garantire il supporto ai lavoratori che si sentono in isolamento e a quelli che contestualmente hanno necessità di accudire i figli».

© RIPRODUZIONE RISERVATA