Yara, la difesa rinuncia all’interrogatorio
Prossima udienza il 16 dicembre

Udienza clou quella della mattinata di venerdì 11 dicembre per il processo Bossetti. Un’udienza molto tesa e con colpi di scena incredibili: presente in aula anche il procuratore di Bergamo Francesco Dettori.

Subito le tensioni sono esplose con la difesa che ha chiesto l’inutilizzabilità dei dati grezzi: «Noi dubitiamo che questi dati siano genuini - ha detto l’avvocato Claudio Salvagni -. Prima i Ris hanno dichiarato che i dati erano tutti emersi, ora ne hanno aggiunti il 400 per cento in più». Immediata la risposta del pm Letizia Ruggeri: «I dati aggiunti sono 15-18», ma Salvagni sottolinea: «È stato trovato un sistema per fare vedere dall’accusa alcuni dati e altri no, il modus operandi di questa procura non ci permette di operare e quindi dubitiamo dei dati grezzi».

Dichiarazioni molto pesanti che sono rafforzate da quanto detto anche da Paolo Camporini, che affianca Salvagni nella difesa di Bossetti: «Questo sistema è inaccettabile, mi sono sentito preso in giro: quando facciamo domande, l’accusa chiede tempo e annuncia sorprese presentandosi con dati diversi». Da qui la richiesta di riesaminare tutti i reperti.

Richiesta però inaccettabile secondo la Ruggeri che sottolinea: «Tutti i dati sono stati acquisiti e depositati in maniera regolare e già analizzati in Cassazione, al Tribunale del Riesame, dal gip e dal gup. I dati aggiunti sono 15-18 e chiediamo la trasmissione del verbale dei due legali all’ufficio del pm perchè le accuse su come ha operato la procura sono al limite della calunnia».

E le tensioni sono proseguite: «È gravemente offensivo mettere in dubbio i dati» ha ribadito il pm Ruggeri.

La Corte ha quindi deciso di ascoltare i due colonnelli dei Ris di Parma sulle analisi del dna e di valutare poi l’inaccettabilità o meno dei dati grezzi. Camporini, con un colpo di scena, ha però annunciato che la difesa non contro-interrogherà i due militari: «Rinunciamo al contro-esame perchè non ci fidiamo».

«Sono state 103 le analisi svolte su 15 campioni di tracce in cui poteva essere contenuto il Dna di “ignoto 1” eseguite dal Ris di Parma, nell’ambito delle indagini sull’omicidio di Yara Gambirasio. Settantuno di queste analisi diedero un risultato interpretabile, ovvero evidenziarono la presenza di ”Ignoto 1” mentre altre 32 sono non interpretabili» hanno spiegato gli ufficiali del Ris di Parma. Il controesame si sarebbe dovuto basare sui cosiddetti «dati grezzi» che stanno alla base della relazione dei militari che estrapolarono il dna di «ignoto 1». Dopo il rifiuto degli avvocati il presidente Antonella Bertoja, ha deciso di esaminare gli ufficiali.

Nel primo pomeriggio l’udienza è ripresa dopo la pausa del pranzo, sempre all’insegna di tecnicismi legati ai dati grezzi presi in esame. La Corte nel frattempo ha respinto le tre richieste della difesa: l’inutilizzabilità dei dati grezzi, l’acquisizione dei fogli di lavoro dei Ris e la possibilità di riesaminare i reperti.

La difesa ha confermato la volontà di non contro-interrogare i due ufficiali del Ris di Parma, con una sola domanda fatta da Salvagni: l’avvocato ha chiesto se potrebbero esserci altri dati grezzi che potrebbero emerge. «Non lo possiamo escludere» è stata la risposta dei militari. Alle 14 l’udienza è terminata, si ritorna in aula il prossimo 16 dicembre per riprendere la questione del furgone con alcuni testimoni chiamati a deporre.

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