Le bici col «motorino»
Le indagini pedalino forte

Prima che ci ritroviamo Valentino Rossi vincere il Giro d’Italia, sarà il caso che qualcuno intervenga. Perché dopo i primi filmati, quelli di Cancellara, il caso delle biciclette «dotate» di motorino era stato derubricato alla voce «voi siete matti», o giù di lì. Poi si son visti corridori cascare e biciclette proseguire la loro corsa, tarantolate, possedute dal demonio del ciclismo. Ma anche lì, tutti zitti (o quasi).

Adesso, però, l’allarme suona sempre più forte e non serve essere «nemici» del ciclismo per decidere di ascoltarlo e amplificarlo. Basta leggere l’inchiesta del settimanale francese Stade 2, che spiega che i furbetti del ciclismo sono stati fregati dai furbetti del giornalismo. Come? Con una telecamera termica cammuffata da telecamera tv, posizionata su una moto che ha seguito la «Strade Bianche» di Siena e la «Coppi&Bartali» di Riccione. Roba di qualche settimana fa. Risultato: ne hanno beccati sette. Sette bici le cui temperature si riscaldavano in maniera anomala in salita, salvo poi raffreddarsi in discesa. Per gli esperti, la prova inconfutabile che oltre ai muscoli dei corridori quelle bici erano spinte da watt aggiuntivi, artificiali, dunque vietatissimi. Non è più (o non è più solamente) il doping della provetta, della pastigliona mandata giù al momento giusto, ma il pulsantino che aziona l’aiutino. Il sospetto cade persino su Contador in una tappa del Giro, quella arrivata a Verbania, del 2015.

Pare che questi motorini siano difficilissimi da individuare, soprattutto per i mezzi limitati e «antichi» in dotazione ai federali dell’Uci. Servirebbero telecamere termiche, mentre gli ispettori usano semplici e inefficaci tablet.

La tecnologia va sempre più avanti e, da quel che si vede, è sempre al servizio dei furbetti. Il problema alla fine è sempre lo stesso: vincere a qualsiasi costo, anche a costo di avere a disposizione la «dinamo» proibita. E se i palazzi del ciclismo non hanno mezzi adeguati per controllare, mettano almeno norme che spaventano. Se ti becco col motorino vieni radiato e paghi multe a sei zeri. Magari qualcuno ci penserà tre volte, prima di dare l’ok al turbo pedale. Perché a noi piace Valentino Rossi, ma in sella alla sua Yamaha. Se deve sfrecciare sui tornanti della Presolana, anche no.

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