Van De Sfross, serata magica
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La scatola magica del “Davide Van De Sfroos Show” riserva mille sorprese e parla la lingua dei laghee, e non solo. Verrebbe da dire, spettacolo squisitamente lombardo, se non fosse che il signor Bernasconi è capace di stupire tutti quanti, invitando una sera l'erede di Matteo Salvatore. Non qui da noi. Il Van De Sfroos è così, tiene i piedi in ammollo nel suo lago di Como e intanto pensa a Identità&musica, senza necessariamente legarsi ai soli dialetti nordisti. Lo show, seguito di ieri sera al Creberg Teatro di Bergamo, altro non è che un incontro di immagini, suoni, parole. Di storie che si avvolgono come l'edera sul bastone della tradizione popolare, mantenendo proprio per questo una sconcertate modernità.

Nella “scatola”, ma potrebbe essere il cilindro del mago prestigiatore, musica dal vivo e personaggi, visioni, invenzioni, poesie e giochi dialettali. Giochi intelligenti, intendiamoci. Come rileggere pezzi di letteratura alta alla luce dell'istinto e della lingua del popolo, non così ignorante e bue, come il detto suggerisce. Insomma, questo spettacolo di Davide Van De Sfroos e del suo gruppo, con tanto di attrice parlante, è una scheggia di cultura popolare, cesellata a dovere, con intelletto e sagacia pop, e con la voglia di scendere al fondo di una tradizione per farla vivere ed evolvere sul filo del tempo. Complice un ospite bergamasco scelto con cognizione di Causa: il cantautore e ricercatore Luciano Ravasio, in scena con un paio di brani.

Ugo Bacci

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